Sinergie di Scuola

Adesso contrattiamo. Finalmente, spenta la fastidiosa questione del pagamento dei supplenti, per la quale ancora non si capisce perché è stato introdotto questo anno di mezzo che comporta per le segreterie adattamenti di software e procedure (costosi sul piano economico e dell’organizzazione) tra la vecchia gestione a pagamento sul bilancio e la prossima con pagamenti a cura del MEF, è arrivato il momento di chiudere il contratto di istituto.

Fenomeno paradossale perché avviene praticamente in conclusione di anno scolastico. Le scuole certamente hanno ormai attivato le attività previste nel piano dell’offerta formativa e, ora, unilateralmente occorre rivedere i compensi alla luce dei consistenti tagli. In verità ormai il Fondo di istituto appare uno strumento obsoleto sia perché inconsistente sul piano economico, sia perché in periodi di crisi come questo di fatto finisce per diventare un sistema surrettizio di integrazione dello stipendio, fortemente decurtato dal blocco degli avanzamenti di carriera e dalla erosione provocata dall’inflazione “reale”.

Meglio sarebbe utilizzare questi fondi per integrare lo stipendio base evitando alle scuole faticose azioni di riparto) e lasciare a nuovi strumenti pensati ad hoc la necessità di premiare la competenza e il merito.

Le scuole stanno diventando sempre più meri apparati burocratici di istruzione, non essendo in alcun modo incentivata e valorizzata la loro preminente funzione sociale di preparazione dei giovani a nuova classe dirigente.

Essendo difficile pensare ad un nuovo governo che metterà in agenda questa questione... affidiamoci almeno al nuova Papa.

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