Archiviato il 2012 come un anno molto difficile, che ha visto il mondo della scuola sotto il tiro di inflessibili tagli e riduzioni, e infinite polemiche che hanno comportato un generale abbassamento della "voglia di fare", si apre il 2013 con una crisi di governo che non prelude a nulla di buono.
Il Paese è ancora politicamente frammentato in una miriade di partitini e la legge elettorale, immodificata, non aiuta certo a prevedere un esecutivo stabile. La scuola, come al solito, sarà ampiamente presente nel dibattito elettorale, e gli stessi che hanno concorso ad affossarla ora ci diranno che è centrale in un paese civile... bla...bla....
Non ci resta, allora, che operare come al solito e darci da fare per migliorare dal basso ciò che dall'alto è negato. Le risorse umane, checché se ne dica, ci sono.
Ai dirigenti l'arduo compito di smuovere le coscienze e riappropriarsi del ruolo che spetta loro: la conduzione di un processo di miglioramento che coniughi l'innovazione con la tradizione. Una scuola pubblica efficace, che si apra al nuovo ricercando al proprio interno quella voglia di fare e quell'ottimismo che in questi ultimi anni sono, inevitabilmente, venuti a mancare.
Buon 2013!