Come ben sanno i dipendenti pubblici, le misure che con costante sistematicità si abbattono sui loro stipendi non sono temporanee (in ultimo si cita la sospensione della indennità di vacanza contrattuale), ma si sommano ad altre che continuano a spiegare i loro effetti.
Tra queste, le decurtazioni per malattia che, a norma dell’art. 71 del DL 112/2008, operano per i dipendenti pubblici nei primi dieci giorni di malattia.
Ricordiamo la disposizione: ”Per i periodi di assenza per malattia, di qualunque durata, aidipendenti delle pubbliche amministrazioni di cui all'articolo 1,comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nei primidieci giorni di assenza è corrisposto il trattamento economicofondamentale con esclusione di ogni indennità o emolumento, comunque denominati, aventi carattere fisso e continuativo, nonché di ogni altro trattamento accessorio”.
Tali misure sono inserite nel capo II, diretto al “Contenimento della spesa per il pubblico impiego”.
La circolare della Presidenza Consiglio dei Ministri n. 7/2008, a proposito del decreto e alle assenze, definisce le misure relative come dirette, invece, ad incrementare l’efficienza delle pubbliche amministrazioni.
Sui media nazionali, finché l’argomento ha interessato qualcuno, le misure sono state dipinte perlopiù come interventi anti-fannulloni. Quel che è certo, è che le decurtazioni hanno iniziato ad operare ed operano tutt’ora, quando siamo alla fine del quarto anno di vigenza.
Le stesse hanno sicuramente prodotto notevoli risparmi della spesa, mai quantificati nel totale ma che possono raggiungere i 10 euro per dipendente/giornata di malattia, in misura variabile in relazione al profilo economico e alle singole disposizioni contrattuali di comparto.
La circolare appena citata, del resto, espressamente ricorda che “i risparmi conseguenti all’applicazione della norma costituiscono economie di bilancio per le amministrazioni dello Stato e per gli enti diversi dalle amministrazioni statali concorrono al miglioramento dei saldi di bilancio”.
In un momento di così fervida attività diretta al contenimento della spesa, in una strana, sul punto, indifferenza anche sindacale, sarebbe davvero interessante conoscere a quanto ammontano questi “risparmi”, e come siano stati utilizzati.