È inutile girarci intorno, pare che l'abbiamo fatta fuori dal vaso. L'ultimo "Detto tra noi" (Il fantadisastro di NoiPA) ha suscitato malumori e alcuni commenti risentiti da parte di chi si è sentito gratuitamente offeso, nonostante l'impegno e lo spirito di servizio con cui opera quotidianamente a scuola, e che troppo spesso risulta misconosciuto o poco apprezzato. Come in questo caso, verrebbe da dire.
Ebbene, a difesa dell'autrice è giusto dire che la responsabilità dell'equivoco è solo nostra, di noi in redazione. Per inquadrare "l'incidente", è utile spiegare come si svolge il lavoro qui in redazione: oltre all'attività quotidiana, ci sono momenti in cui un argomento "viene a galla" sull'onda di eventi particolari. E' il caso del cedolino on-line, che sta creando moltissimi problemi agli utenti e alle segreterie, e che spinge gli interessati a cercare chiarimenti su internet. Costoro trovano in particolare noi, che più diffusamente di altri ne abbiamo parlato; al punto che molti ci scrivono nello spazio dei commenti, o ci contattano via email o telefono, convinti di parlare col numero verde del servizio...
In casi come questi si commissiona un intervento ad uno degli autori di riferimento, quello ritenuto più indicato per esperienza e competenze. Ricevuto il pezzo, viene regolarmente valutato in redazione, chiedendo quando opportuno delle modifiche o integrazioni e riservandosi il diritto di intervenire a margine per allinearlo allo stile e all'indirizzo della testata.
Dunque abbiamo chiesto di preparare un intervento particolare sul cedolino a Mara Bonitta, alla luce della sua storia professionale, all'esperienza di scuola, ai diversi registri con cui è capace di affrontare i temi proposti. Quello che ci ha mandato ci è piaciuto per lo stile diverso dal solito, e abbiamo ritenuto di pubblicarlo nella versione originale, limitandoci a titolarlo con "Il fantadisastro di NoiPA", per intendere che si trattava di un divertissement sul tema.
Ecco dov'è l'errore. Conoscendo il suo lavoro in segreteria presso il suo istituto comprensivo, riconosciuto e apprezzato a scuola, dai lettori della rivista e dai partecipanti ai corsi di formazione da lei condotti, abbiamo dato troppo per scontato. Non abbiamo tenuto nella giusta considerazione che non tutti quelli che ci leggono conoscono Mara Bonitta, oppure sono abbonati a Sinergie di Scuola (per cui saprebbero che cerchiamo sempre il punto di incontro tra le diverse professionalità della scuola, tanto da intitolarne la testata); abbiamo inoltre chiarito poco la natura della rubrica "Dettro tra noi", che è nata per dare voce a temi e opinioni in maniera meno formale rispetto a un articolo della rivista o una notizia del sito. A scanso di equivoci, avremmo dovuto specificare chiaramente il ruolo dell'autrice, dichiarare esplicitamente che si trattava di un pezzo di fantasia, e che l'intento non era denigratorio dell'operato degli assistenti amministrativi, usati solo come "spalla" e contrappunto alla disavventura dell'utente frustrato che non riesce ad accedere al suo cedolino in un modo che sia più semplice e immediato.
La nostra leggerezza ha dunque indispettito, non a torto, qualche lettore, e messo immeritatamente in imbarazzo Mara Bonitta. Invitiamo anzi coloro che ci hanno scritto, nello spazio dei commenti o privatamente via email, ad approfondire la conoscenza dell'attività professionale e divulgativa della nostra autrice, per constatare quanto sia più lontano da lei della denigrazione o la disapprovazione dell'operato di qualsivoglia figura in istituto, ritenute anzi tutte parimenti essenziali al raggiungimento di una scuola di qualità.
Errori di gioventù, vorremmo poter dire. Come testata e redazione, siamo appena al terzo anno di attività, nonostante precedenti lunghe esperienze di alcuni di noi. Non intendiamo però farne una giustificazione, perché un periodico professionale come Sinergie di Scuola, che vuole assumere un ruolo di riferimento, deve pure farsi carico delle proprie responsabilità, anche quando si compie un passo falso in buona fede.
Ricevere critiche non è piacevole per nessuno. Eppure aiutano a crescere e migliorare, spronandoci a considerare le cose da punti di vista diversi dal nostro. Noi abbiamo interpretato "Il fantadisastro" in un verso, altri invece no: qui c'è una lezione da imparare. A chi si è sentito offeso, vanno le nostre scuse; ma anche a Mara Bonitta, perché il nostro difetto di supervisione ha messo in cattiva luce una persona amabile e umanamente e professionalmente rispettabile.
Ora siamo pronti a voltare pagina, vi invitiamo a farlo con noi.