È mezzo svanito nel giro di pochi giorni il (brutto) sogno di una notte di mezza estate, la cui trama parte dal concorso indetto per ricoprire oltre duemila posti vacanti di Dirigente scolastico e prosegue tra equivoci, intoppi e litigi, cioè ricorsi, l’ultimo di quali, accolto dal TAR del Lazio, aveva provocato una sentenza di annullamento di tutta la procedura concorsuale, ormai giunta alle fasi finali, prove orali comprese.
Il TAR, al quale erano pervenuti oltre una decina di ricorsi che segnalavano presunte irregolarità nelle prove, aveva decretato l’incompatibilità di tre commissari (due che avevano svolto attività di formazione rivolta ai candidati ed uno che riveste la carica di sindaco), basandosi sui criteri chiaramente stabiliti dal MIUR con il D.M. 138 del 3 agosto 2017 “Regolamento per la definizione delle modalità di svolgimento delle procedure concorsuali per l’accesso ai ruoli della dirigenza scolastica”.
Una decisione che mandava all’aria tutto il lavoro fatto dalle commissioni e dai concorrenti, come se qualche folletto dispettoso si fosse divertito a complicare una storia già intricata di suo, creando incidenti di percorso, gettando scompiglio tra i partecipanti, volgendo in tragedia la vita di oltre 34.000 malcapitati protagonisti (tanti sono i concorrenti) e predisponendo il collasso di tutto l’impianto scenico.
Per alcuni giorni il caos ha mosso le fila della trama e ha fatto temere il peggio, come in un brutto sogno nel quale tutto ciò che avviene è strano e difficile da capire.
Una svolta repentina all’intreccio l’ha data il Consiglio di Stato che, accogliendo l’appello cautelare del MIUR, tempestivamente predisposto per evitare il peggio (fosse stato fin qui altrettanto tempestivo e accurato chi avrebbe dovuto esserlo…) “sulla base di un bilanciamento di tutti gli interessi in conflitto” ha sospeso l’esecutività della sentenza del TAR ritenendo “preminente l’interesse pubblico alla tempestiva conclusione della procedura concorsuale”, a prescindere “dal merito delle questioni devolute in appello”, cioè intanto che si vada avanti perché è il male minore, poi si vedrà.
Un po’ di suspence dunque, che fa contento il Ministro (come potrebbe essere diversamente?), contenti molti concorrenti, scontenti molti altri… la storia prosegue, presto ci saranno le graduatorie, e con il 1° settembre saranno assunti oltre duemila nuovi dirigenti.
Tutto è bene quel che finisce bene, quindi? Nemmeno per sogno, perché il 17 ottobre il Consiglio di Stato deciderà nel merito della questione, se cioè l’incompatibilità dei commissari decretata dal TAR sia motivo tale da aver pregiudicato la regolarità e la correttezza del concorso.
In precedenza lo stesso Consiglio aveva già avuto modo di esprimersi sulle incompatibilità dei componenti le commissioni di concorso (Consiglio di Stato, Sez. VI, 25.3.2019 n. 1965), ma in una scena sovrastata da interventi che i comuni mortali non possono controllare, tutto è possibile, perfino che la bella regina delle fate si innamori di un asino.
Come – e quando - arriverà alla sua conclusione il sogno (di diventare dirigenti) o l’incubo (di essere licenziati, magari dopo un anno/due di lavoro) dato che le assunzioni saranno fatte con riserva?
Al momento non è dato sapere, e chissà se coloro che sono sospesi (ma qui siamo già in tutt’un’altra Commedia…) avranno mai modo di sentire qualcuno che si scusa, affermando che nulla di tutto questo è stato reale:
“Se l’ombre nostre offeso v’hanno
Pensate, per rimediare al danno,
che qui vi abbia colto il sonno
durante la visione del racconto
e questa vana e sciocca trama
non sia nulla più di un sogno
Signori, non ci rimproverate,
Rimedieremo, se ci perdonate…”