La Buona Scuola è in dirittura di arrivo pur tra ampie critiche, principalmente da parte sindacale.
«Entro il 28 febbraio scriveremo i testi» della nuova riforma della scuola, «il decreto e il disegno di legge». Lo ha assicurato il premier Matteo Renzi. «Se riparte la scuola, riparte l’Italia. Ci stiamo credendo e investendo», ha aggiunto il presidente del Consiglio, «sarà entusiasmante – ha sottolineato – che diventi la più grande riforma dal basso mai fatta in un Paese europeo».
Dunque siamo tutti in attesa per verificare che non si tratti della classica montagna che partorisce il topolino.
In attesa degli eventi siderali, occupiamoci delle cose terrene. In particolare, dovrebbero vedere la luce a breve le linee guida sull’utilizzo dei fondi della Comunità europea. Si tratta di fondi ingenti, sui quali le scuole possono davvero contare per migliorare le proprie infrastrutture e porre in essere piani di formazione per il personale. La novità importante è che, per il prossimo settennio, alle progettazioni possono partecipare tutte le scuole e non solo quelle appartenenti alle regioni svantaggiate. È bene dunque che, ottenute le linee guida, le scuole si organizzino formando dei gruppi di progetto che acquisiscano gli aspetti procedurali per la progettazione e rendicontazione. Progettazione e rendicontazione non banale, che presuppone una perfetta conoscenza delle modalità e delle piattaforme WEB che saranno utilizzate.
Altra questione “calda” è la cosiddetta “scissione dei pagamenti”. Dal 1° gennaio 2015 infatti occorre fare due distinti pagamenti, uno relativo all’imponibile in fattura e l’altro relativo all’IVA. Di fatto le scuole diventano sostituti di imposta. Ciò costituisce un ulteriore aggravio amministrativo per le scuole, che dovranno farsi carico anche di rendicontare l’IVA versata in modo che le aziende la possano portare a credito nella propria contabilità. In attesa di conoscere le modalità organizzative che saranno poste in essere e per evitare di “bloccare” i pagamenti delle fatture fino a marzo (quando saranno presumibilmente conosciute le modalità attuative) consiglio di inserire in contabilità due distinti impegni per ogni fattura: uno relativo all’imponibile e l’altro all’IVA. Ciò consentirà di avere il riscontro degli impegni IVA pendenti e poterli ricondurre ad un unico modello F24 per il versamento.
Sull’evoluzione di questa partita non mancheremo di tenervi aggiornati.