Abbiamo scavalcato “l’anno orribile”, è ora necessario ragionare in termini di ripresa: sanitaria, sociale ed economica.
L’emergenza sanitaria Covid-19 ha aumentato i divari sociali, rendendo necessari adeguati interventi per i gruppi più fragili.
La povertà educativa non è lesione del solo diritto allo studio: comporta privazioni sociali, culturali, educative, e minori opportunità che incidono negativamente sulla crescita del minore. È fondamentale il potenziamento delle competenze digitali degli studenti, con particolare riguardo al pensiero computazionale e all’utilizzo critico e consapevole dei social network e dei media.
La didattica a distanza e poi quella integrata hanno consentito di svolgere in sicurezza le attività didattiche, ma hanno messo in luce tutte le carenze infrastrutturali del paese, evidenziando anche il divario digitale esistente sia per ragioni socio-economiche sia territoriali, acuite dall’emergenza sanitaria, in particolar modo sull’inclusione e il diritto allo studio degli alunni con bisogni educativi speciali.
Occorre dunque potenziare le competenze di base e l’orientamento, che sono direttamente correlati al successo scolastico e al contenimento della dispersione scolastica, in special modo nei contesti poveri e socialmente degradati; avendo cura di supportare una genitorialità consapevole e propositiva alla luce di nuovi modelli di partecipazione delle famiglie e degli studenti alla vita della scuola.
La pandemia ha ancor più evidenziato il bisogno specifico e improcrastinabile di un nuovo patto tra le due agenzie educative fondamentali per la crescita consapevole dei fanciulli.