Inizia un nuovo anno e il Covid continua ad impensierire. Da settembre dell’anno scorso sono, di fatto, finite le restrizioni negli ambienti scolastici ma in questo inizio d’anno le scuole ripartono con molti banchi vuoti. Certamente abbiamo cominciato a convivere con la pandemia e grazie ai vaccini possiamo tirare un sospiro di sollievo e guardare con più ottimismo al futuro. La Cina di questi giorni ci fa vedere cosa sarebbe successo nel caso di insufficiente livello di vaccinazione.
Ma diamo uno sguardo su cosa ha caratterizzato il mondo scolastico l’anno appena archiviato.
Certamente lo ricorderemo per le tragedie dei tre ragazzi morti durante l’attività di alternanza scuola-lavoro (PCTO), che hanno aperto una stagione di riflessione sull’esperienza ma che non ha ancora trovato una chiara ricollocazione.
Lo ricorderemo per lo scoppio della guerra in Ucraina che pone i nostri ragazzi, per la prima volta, a considerare la guerra non come un evento storico ma come un fatto di cronaca che, unito al post Covid, instilla paura e accresce enormemente il bisogno di adeguati supporti psicologici.
La Maturità, per volere del Ministro Bianchi, torna a comprendere la prova di Italiano, ma a fine 2022 il neo Ministro Valditara si incarica di comunicare che l’esame ritornerà ad essere quello pre-pandemia, con plauso dei Dirigenti scolastici e mugugni degli studenti.
A settembre la scuola apre il nuovo anno con una dote di quasi venti miliardi di euro provenienti dal PNRR. Inizia un lavorio organizzativo, ancora oggi non concluso, per dare esecuzione alle progettazioni previste, non potendo sottacere che in molti casi le scuole sono fortemente impreparate, sia sul piano di risorse strumentali e, ancor più, di quelle umane, a far fronte all’immensa fatica necessaria per realizzare gli obiettivi.
Al nome del Ministero dell’Istruzione viene aggiunta la parola “Merito”, e su questo dilaga la polemica su quale valenza dare a questa integrazione nominale.
L’anno si chiude con l’annuncio da parte del Ministro Valditara che si è conclusa la stagione del “potere sindacale” sulla scuola, in particolare, quello della Cgil e declassa sul piano funzionale lo sciopero.
I problemi della scuola permangono nel nuovo anno: precariato, formazione, affollamento delle classi.
Noi seguiremo con attenzione gli sviluppi.