Noi del mondo della Scuola sentiamo più di altri lo scorrere del tempo.
Mi spiego: il fatto che la scuola abbia non una (come per tutti la fine dell’anno solare) ma due forti cesure temporali (anche il termine dell’anno scolastico) rende il correre del tempo più fluido e più veloce.
Anche quest’anno scolastico volge al termine e purtroppo il consuntivo non è dei migliori. Fra crisi della politica e crisi dei valori è risultato un anno faticoso, di fatto inconcludente sul piano del rinnovamento amministrativo. La crisi economica ha coperto i problemi della scuola, e ce la ritroviamo invecchiata e più pesante sul piano burocratico. La scarsità di risorse ha aggiunto alla complessità pochissimi spazi di manovra, e di fatto si è “tirato a campare” alla meno peggio. Valutazione, tecnologie, edilizia scolastica, organici... rimangono temi irrisolti e per i quali molto poco si è fatto. Ma non bisogna rassegnarsi né tanto meno arrendersi.
Almeno a sentire i proclami di questi primi giorni del nuovo “strano” governo, si vuole passare dalla logica della austerità a quella dello sviluppo. Tutti concordano che occorra cominciare proprio dalla Scuola. Parole già sentite, è vero. Ma potremmo tentare di crederci, se è vero – come è vero – che lo sviluppo non può che cominciare investendo sui banchi e sul mondo del lavoro che dei banchi è il naturale prosieguo.
È con questo pensiero e con questo augurio che saluto con quest’ultimo numero dell’anno scolastico i tanti colleghi che ci seguono, ringraziandoli per la fiducia e l’attenzione che ci hanno dedicato promettendo e garantendo una Rivista sempre attenta ai processi sia per quanto riguarda il loro monitoraggio che la loro attuazione.
Buone vacanze!