Save the Children lancia l’allarme sul sistema di istruzione a seguito di una indagine in cui si rileva che un 15enne su due non capisce quello che legge. Fatto noto in un paese ove si contano più scrittori che lettori. Un problema non solo per il sistema di istruzione, ma anche per un corretto sviluppo economico e sociale e per la tenuta della democrazia.
La Gran Bretagna non prevede il visto speciale, necessario per permanere in UK, per i laureati italiani. Londra, dopo la Brexit, al fine di attirare menti straniere, ha previsto un super-visto. Infatti, oggi, è molto complicato ottenerne uno che non sia turistico. Da questo super-visto, però, ha escluso gli studenti degli atenei italiani non essendoci, nella loro lista di università eccellenti, alcuna italiana.
Al di là delle posizioni inglesi, è fuor di dubbio che occorra intervenire sul nostro sistema scolastico. L’Italia si conferma tristemente ai primi posti in Europa per l’abbandono scolastico. Nel 2020 il 13,1% degli studenti ha lasciato gli studi senza raggiungere la licenza superiore. Con una media europea del 9,9%, solo Romania, Spagna e Malta hanno fatto peggio rispettivamente con il 15,6%, il 16% e il 16,7%. Fenomeno antico, certamente acuito dalla pandemia.
Occorre intervenire subito sul sistema, migliorando e rafforzando la formazione docente, investendo sulla riduzione del numero di alunni per classe, modificando i concorsi con le prove a quiz che, invece di rilevare la capacità del docente “a far scuola”, è un approccio che premia chi ha maggior memoria di nozioni sconnesse.
La speranza di risoluzione rapida di questi problemi sta nel PNRR, che per il contrasto della dispersione scolastica ha stanziato 1,5 miliardi di euro (da aggiungersi ai 10 miliardi previsti per migliorare le strutture scolastiche). A tale scopo è stato predisposto un gruppo di lavoro ministeriale, formato da esperti del settore, per definire le indicazioni generali per la gestione del miliardo e mezzo. Il gruppo si occuperà di personalizzazione dei percorsi scolastici negli istituti dove i livelli di apprendimento risultino meno elevati, sostegno mirato ai Dirigenti scolastici, mentoring e formazione dei docenti, potenziamento del tempo scuola con progettualità dedicate.
Intanto segnalo un finanziamento complessivo pari a 159 milioni di euro per arredi, strumenti didattici e attrezzature digitali nella scuola dell’infanzia. C’è tempo fino al 17 giugno per partecipare all’avviso dal titolo “Ambienti didattici innovativi per la scuola dell’infanzia”. L’obiettivo del bando, finanziato grazie ai Fondi Strutturali Europei, in coerenza con il PNRR, è quello di promuovere l’innovazione didattica. L’importo massimo del finanziamento per ogni istituto è pari a 75.000 euro.
In ultimo, consentitemi di augurarvi una buona fine d’anno. Ci rivediamo a settembre!