“La burocrazia frena la crescita dell’Italia”. La bocciatura arriva direttamente dall’Unione europea, che lega la mancata crescita del nostro Paese ai lacci e laccioli che la burocrazia pone ai cittadini e alle imprese.
Il Direttorato per gli affari economici e monetari dell’Unione europea ha infatti sottolineato che in Italia poco si è intervenuto sulle infrastrutture tecnologiche (si pensi alla banda larga) o lo si è fatto in maniera non integrata, lasciando ad ogni istituzione pubblica la possibilità di fare a proprio modo. Così si è rinunciato all’integrazione dei sistemi informativi, rimasti completamente sconnessi tra di loro, col risultato di imporre ripetizioni, difficoltà e lungaggini nel trattamento delle pratiche sul web.
Noi della scuola ne sappiamo qualcosa. Ogni Ente con cui ci dobbiamo interfacciare ha un proprio sito web, con manuali enciclopedici per l’uso e completamente scollegati tra loro. Si pensi ai siti INPS, INAIL, CONSIP, ENTRATEL, SIDI, IPA, SCUOLA IN CHIARO, CERTIFICAZIONE CREDITI, AMICA... !
Questa situazione ci costringe a voli pindarici per soddisfare tutte le esigenze dell’amministrazione, che peraltro non incentiva certo il personale. Contratto, sblocco degli organici, posizioni economiche ATA, appalti, retribuzione accessoria dei Dirigenti scolastici, CNPI, pensioni (l’annoso problema della “quota 96”), stabilizzazione dei precari, sono solo alcuni dei temi sul tappeto per i quali si offrono “annunci” senza conseguenza nei fatti.
Chi come me ha più di trenta anni di servizio sa che si è entrati con un contratto che prevedeva certi tempi per la pensione, certi carichi di lavoro, secondo una locuzione di “mezzo lavoro e mezzo stipendio”. Non è stata una buona cosa; certo è, però, che ora siamo al “pieno lavoro e mezzo stipendio”, intollerabile per una generazione che all’approssimarsi del termine dell’impiego vede sempre più lontana e malridotta la pensione, sempre più distante la liquidazione, dovendo comunque farsi carico, in auto-formazione, delle novità di gestione introdotte dalle nuove tecnologie.
Speriamo almeno che questo faccia bene all’Italia.