Siamo al paradosso. Il 17 marzo, data in cui Vittorio Emanuele nel 1861 proclama il Regno d’Italia, dichiarata festa nazionale da parte del Presidente della repubblica e dal Presidente del Consiglio - festa dell’unità nazionale - diventa un ulteriore motivo di divisione tra i cittadini. Si carica, questa festa, di motivazioni politiche che poco hanno a che fare con i problemi dell’economia (quest’anno il 25 aprile e il 1° maggio cadono di domenica) ma assumono il sapore del disconoscimento del sogno raggiunto dai nostri Padri e del loro sangue versato. Non possono esistere ragioni perchè un evento ricordato ogni cinquant’anni non assuma pienamente la caratteristica solenne della Festa Nazionale. Che messaggio si trasmette ai nostri giovani? E se non questo valore, quale per un popolo che è già fortemente dissestato da continui terremoti etico-politici? Plaudo alle scuole - e sono tante - che hanno autonomamente deciso di ricordare e festeggiare l’avvenimento.
Apriamo questo numero con Caterina Runfola, che ci illustra nuovi modelli progettuali legati al miglioramento delle tecnologie digitali e alla sempre maggiore necessità didattica di cercare percorsi alternativi e innovativi. Antimo di Geronimo ci tranquillizza sulla applicazione della normativa “salva scatti”, mettendo la parola fine alle diatribe tra catastrofisti e ottimisti a prescindere. A marzo le scuole rendicontano l’esercizio finanziario precedente: ho ritenuto utile pubblicare un promemoria in tal senso. Il licenziamento del dipendente pubblico è l’approfondimento che ci propone Marco Lucarelli, mentre Osvaldo Pasello passa in rassegna il nuovo volto degli istituti professionali in Veneto e Cristiana Bellan si occupa di comunicazione e concertazione con il territorio.
Per le nostre consuete rubriche, infortuni e tutela assicurativa è l’argomento prescelto da Alberto Torri, mentre della certificazione di prevenzione incendi (il mitico CPI) si occupa Maria Francesca Camera. Lara La Gatta ci aggiorna sulle nuove modalità di calcolo del TFS prendendo spunto da una nota esplicativa dell’Inpdap, cui segue Francesca Romana Ciangola che ha esplorato la possibilità da parte dei docenti di praticare la professione forense. Non manca neppure questo mese il prezioso contributo di Giovanni Casola che nel “suo” punto SIDI si occupa di istanze on-line e anagrafe nazionale alunni.
Stress da professione docente, contratti di lavoro a tempo determinato, comunicazioni di assunzione supplenti, trattamento dati e un prezioso vademecum sulla consultazione dei certificati on-line, a cui fa da complemento il contributo di Stefano Sorbara in chiusura, completano questo terzo numero del 2011 che accompagno con l’usuale augurio che vi giunga utile e gradito.