“E siamo ancora qui, con più speranza che paura”, parafrasando una bella canzone di Fiorella Mannoia.
Il Coronavirus non ci abbandona, anzi, morde con più decisione, ed è preoccupante ora che ci aspetta un lungo inverno, che certo non faciliterà la convivenza con il virus.
L’urlo delle sirene delle autoambulanze torna a stridere in modo sempre più frequente e ci riporta alla primavera appena passata.
Quello su cui dobbiamo insistere, in special modo con le nostre alunne e i nostri alunni è che, in assenza di vaccini e cure specifiche, le uniche difese che abbiamo sono la distanza di sicurezza, i dispositivi di protezione e le norme igieniche. È importante insistere su questo, perché non abbiamo altre armi.
Nonostante tutto la scuola sta reagendo bene e, al netto della querelle sulla didattica a distanza, sta dimostrando grandi doti di resilienza. Gli investimenti sull’istruzione sono stati e saranno ancora cospicui al fine di sopperire ad ataviche situazioni di definanziamento.
È importante curare gli aspetti inclusivi, il rischio più grosso che corriamo e quello dell’aumento della dispersione. Il digital divide in particolare è un fenomeno che andrà combattuto con forza.
Nei momenti più difficili la scuola ha sempre trovato gli strumenti di contrasto alle difficoltà: e, dunque, “siamo ancora qui, con più speranza che paura”.