Entrare per la prima volta in una comunità scolastica presuppone per un Dirigente neoassunto avere già consultato tutti i materiali possibili che ne raccontano la realtà e ne mantengono la memoria: mi riferisco al sito web della scuola e alle piattaforme che permettono l’accesso ai documenti più importanti di un’istituzione scolastica, quali il Piano triennale dell’offerta formativa, definito nell’art. 3 del D.P.R. 275/1999, e il Rapporto di autovalutazione, contemplato nel D.P.R. 80/2013.
I primi atti formali da espletare da parte del Dirigente neoassunto sono la presa di servizio (si può utilizzare lo stesso format ad uso per i docenti da parte della segreteria) e la comunicazione, a tutti gli enti con i quali la scuola ha rapporti, del proprio nominativo e delle generalità (la banca, il comune o la provincia, a seconda del settore d’istruzione cui l’Istituzione scolastica appartiene), nonché la registrazione e accreditamento su tutte le piattaforme utili per lo svolgimento delle azioni amministrative e burocratiche in generale; in quest’ultima operazione occorre coinvolgere il Direttore dei servizi amministrativi.
L’acquisizione immediata di una firma digitale è necessaria, soprattutto per dare ufficialità e integrità ai documenti che si producono e per effettuare alcune richieste specifiche agli Enti locali che la richiedono; a tal proposito, si può ricorrere al gestore del registro elettronico in dotazione alla scuola e alla Camera di Commercio del territorio.
I documenti fondamentali della scuola (Piano triennale dell’offerta formativa, Rapporto di autovalutazione e Piano di miglioramento) devono essere letti con attenzione, ricercando con attenzione gli elementi di continuità e/o discontinuità, congruenza o incongruenza che li caratterizzano o uniscono, ponendoli all’interno di un’unica cornice di interventi rappresentata dalla mission e dalla vision della scuola.
L’atto di indirizzo al Collegio dei docenti, che rientra nelle funzioni di indirizzo politico e amministrativo del Dirigente in ragione dell’art. 4 del D.Lgs. 165/2001, deve contenere gli aspetti basilari nel richiamo ai contenuti enunciati nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, e contemporaneamente indicare la meta verso la quale convergere gli sforzi della comunità educante. Il documento deve essere frutto di condivisione di una linea di azione, pertanto può nascere come sintesi successiva e atto di governance del Dirigente, contemplando e indicando la strada per il miglioramento degli esiti formativi dell’utenza, attraverso una valorizzazione delle professionalità del personale scolastico.
In genere è un documento che il neoassunto trova già elaborato dal suo predecessore; considerando la triennalità del Piano triennale dell’offerta formativa può essere riconfermato oppure integrato, alla luce dei cambiamenti che si intendono promuovere e sostenere nell’Istituzione scolastica cui il Dirigente neoassunto è preposto.
Distinguere tra urgente e ordinario
Le aree da presidiare saranno numerose, e appariranno tutte urgenti e connotate da azioni indifferibili; è invece utile cominciare a distinguere in prima battuta tra l’urgente e l’ordinario; l’ordinario deve essere portato avanti con sistematicità, l’urgente deve essere fronteggiato nell’immediato.
Ebbene, ci sono aree di intervento che presuppongono da subito attenzione e sistematicità, come quelle afferenti alla sicurezza e all’incolumità del personale e degli alunni, ai rapporti con la comunità scolastica, allo sviluppo e alla valorizzazione delle risorse umane e alle iniziative di miglioramento da porre in atto nella specifica realtà.
Anno di prova del neo-Dirigente
Per affrontare l’anno di prova sarà utile considerare le proprie azioni all’interno dei percorsi tracciati dalla normativa per la valutazione dei Dirigenti scolastici; nell’anno di prova 2019/2020 dei Dirigenti neoassunti quegli stessi tracciati hanno costituito delle linee guida per impostare alcuni report nella cartella NEODS del SIDI, corredati dai rispettivi documenti di gestione del Dirigente, comprovanti le azioni descritte.
A tal proposito sarà utile ricordare la normativa di riferimento. La Legge 107/2015 richiama chiaramente all’art. 1, comma 93 alcuni di questi compiti legati alla valutazione dei Dirigenti scolastici effettuata ai sensi dell’art. 25, comma 1 del D.Lgs. 165/2001. Gli indicatori per la valutazione tengono conto del contributo offerto dal Dirigente per il miglioramento dell’Istituzione, previsto nel Rapporto di autovalutazione secondo il D.P.R. 80/2013.
I criteri generali per la valutazione riguardano:
- le competenze gestionali e organizzative per il raggiungimento dei risultati assegnati con l’incarico triennale;
- la valorizzazione dell’impegno e dei meriti professionali del personale della scuola cui si è assegnati;
- l’apprezzamento del proprio operato all’interno della comunità;
- il contributo al miglioramento del successo formativo e scolastico degli alunni e dei processi organizzativi in generale;
- la direzione unitaria della scuola con la partecipazione e la collaborazione tra le varie componenti della comunità in generale.
Il D.M. 956/2019 – che regola i criteri e le modalità per la valutazione e la documentazione del periodo di formazione di prova per i Dirigenti neoassunti – si muove nella stessa direzione: in particolare, nell’art. 3 definisce che la valutazione opera per verificare la padronanza delle competenze professionali in rapporto alle competenze gestionali e organizzative finalizzate alla correttezza, trasparenza, efficienza ed efficacia dell’azione dirigenziale; al possesso ed esercizio delle competenze per lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse umane; al possesso ed esercizio delle competenze concernenti i rapporti con la comunità scolastica, il territorio e i referenti istituzionali; il possesso ed esercizio delle competenze concernenti l’analisi della realtà scolastica e, infine, la capacità di saper progettare iniziative volte al miglioramento della realtà scolastica in cui si esercita il ruolo dirigenziale.
La sicurezza nelle istituzioni scolastiche
Questo è un aspetto da non sottovalutare, ma soprattutto da mantenere costantemente sotto osservazione e da presidiare istituendo un dossier delle azioni che si intraprendono fin dall’inizio, affrontandolo con una buona dose di spirito manageriale. A tal proposito avere il Responsabile per la sicurezza e prevenzione (RSPP) all’interno dell’Istituzione scolastica aiuta il Dirigente nel monitorare l’evoluzione degli eventi, anche in considerazione del fatto che molte delle strutture assegnate dall’Ente locale non solo sono spesso vetuste, ma necessitano di manutenzione continua.
Il riferimento normativo, D.Lgs. 81/2008, esplicita tutte le azioni necessarie in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro, definendo i ruoli e il quadro delle responsabilità per gestire il servizio di prevenzione e protezione, nonché la formazione, l’informazione e l’addestramento del personale.
La difficoltà maggiore a livello operativo è tenere sottocontrollo i diversi aspetti del problema; certo è che ci sono attività che il Dirigente scolastico non può delegare, come la designazione del RSPP e la valutazione di tutti i rischi, con la conseguente elaborazione del documento specifico.
La designazione dell’RSPP prevede una procedura particolare: dopo una ricognizione interna delle disponibilità e delle necessarie, comprovate competenze ci si può rivolgere all’esterno. Si può a tal fine emanare un avviso interno diretto a tutto il personale della scuola con l’illustrazione delle caratteristiche dei vari plessi, la presenza di laboratori ecc. e i requisiti previsti dalla norma. La procedura in questione viene richiesta dall’art. 17, comma 8 del Testo Unico, che prescrive l’affidamento dell’incarico in via prioritaria al personale interno, in via sussidiaria il ricorso ad un avviso esterno, rivolto al personale che appartiene ad esempio ad un’altra Istituzione scolastica, ad Enti locali, ad istituti competenti di sicurezza e in ultima istanza ad un libero professionista. Da non sottovalutare in questi casi l’utilità delle reti di scopo delle Istituzioni scolastiche, che permettono il vantaggio di un alleggerimento burocratico ed economico, anche per altri aspetti riconducibili alla sicurezza, quali la formazione del personale e l’aggiornamento.
Ogni scuola presenta delle criticità riguardo alla sicurezza: occorre conoscerle de visu per poterle ricordare e per collaborare fin da subito in modo proficuo con l’RSPP. Ideale sarebbe la costituzione immediata a settembre – prima dell’inizio delle attività didattiche – di un gruppo di lavoro sulla sicurezza, nel quale coinvolgere fin da subito tutti gli attori: Il Responsabile dei Lavoratori per la sicurezza (RLS), i fiduciari di plesso e una rappresentanza del personale ATA, che può essere lo stesso Direttore SGA.
Il gruppo di lavoro, partendo dallo stato dell’arte, può programmare una visita ai plessi e analizzare la documentazione in possesso della scuola, rilevando le mancanze con l’uso di una chek-list; la verbalizzazione degli incontri può essere predisposta su un apposito modulo di pratico uso.
La sensibilizzazione del personale nei confronti delle tematiche della sicurezza permette al Dirigente il duplice vantaggio di avere “più occhi” e, al contempo, di educare la comunità in modo attivo e collaborativo, soprattutto nelle Istituzioni scolastiche composte da più plessi dislocati sul territorio.
È utile a tal fine predisporre una circolare a tutto il personale in cui si evidenziano le criticità delle strutture e i relativi comportamenti da tenere per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro, enfatizzando e sostenendo l’aspetto della prevenzione.
La pianificazione delle azioni relative alla sicurezza e prevenzione necessita della stesura di un organigramma della sicurezza, prevedendo le figure richieste dalla normativa e individuandone le persone ad esse collegate fin da subito.
Il rapporto con l’Ente locale è di primaria importanza: occorre richiamarne costantemente l’attenzione e sollecitarne gli interventi attraverso tavoli di confronto e comunicazioni costanti, soprattutto se la scuola è interessata ad ampi progetti di ristrutturazione.
La memoria storica delle azioni intraprese è molto importante, non solo ai fini delle responsabilità in cui incorre il Dirigente scolastico, che è di tipo penale, ma anche per pianificare al meglio gli interventi. Sarà utile quindi documentare gli interventi operati a favore della prevenzione e protezione di tutte le persone che compongono l’Istituzione scolastica, con disposizioni al personale e comunicazioni all’Ente locale di riferimento. Per definire un progetto sicurezza nella scuola ben articolato ed efficace, è in ultima analisi importante non sottovalutare la formazione di tutto il personale ma anche degli alunni, utilizzandone i contenuti per valutare, ad esempio, le competenze sociali e civiche.
Progettare iniziative di miglioramento
L’istituto al quale si viene assegnati ha già una sua storia e una visione delle cose dettate dalla consuetudine, dal tempo, dalle persone che vi lavorano; sarà utile seguire all’inizio il percorso tracciato dalla precedente dirigenza, anche se non si condivide proprio tutto, e occorre poi cominciare a pensare a quali iniziative di miglioramento mettere in campo per far progredire la comunità scolastica.
La lettura dei principali documenti della scuola ha proprio questo fine, rintracciare gli elementi di debolezza per progettare azioni sistematiche di miglioramento. Questa analisi degli elementi di debolezza va fatta subito, perché con le prime riunioni del Collegio dei docenti si costruiscono i presupposti di lavoro per tutto l’anno scolastico, a partire dalla costruzione del Piano annuale delle attività che deve prevedere la scansione degli impegni secondo le indicazioni del Contratto Collettivo Nazionale del 29/11/2007.
A tal fine risulterà utile definire gli impegni delle attività funzionali all’insegnamento in una tabella, riportando per comodità e utilità le voci definite dall’art. 29, comma 3, lettere a e b.
Le 40 ore definite dal contratto all’art. 29, lett. a non sono intercambiabili e comprendono:
- le riunioni del Collegio dei docenti, inclusa l’attività di programmazione e verifica di inizio e fine anno;
- le riunioni dei dipartimenti disciplinari e interdisciplinari;
- i vari gruppi di lavoro;
- le commissioni di studio;
- gli incontri scuola-famiglia;
- le Prove Invalsi (nota ministeriale 2792/2011).
Le 40 ore di cui all’art. 29, lett. b considerano gli impegni per i consigli di classe, interclasse e intersezione; occorre prestare attenzione ai docenti impegnati su più classi e concordare dei criteri di partecipazione evitando lo sforamento degli oneri di servizio. In questa tranche di ore si possono ad esempio collocare i corsi sulla sicurezza in base all’art. 37, comma 12 del D.Lgs. 81/2008, e in ultima analisi possono computarsi le ore per la formazione in servizio dei docenti.
La prima parte dell’anno scolastico è decisamente la più intensa dal punto di vista collegiale ma è sempre bene prevedere incontri utili al monitoraggio delle azioni messe in campo, diluendo gli impegni in ogni mese. Si pensi alla valutazione in itinere dei progetti, oppure alla necessità di rivedere i criteri di valutazione in rapporto al mutamento delle situazioni; da questo punto di vista l’esperienza dell’emergenza Covid-19 ha insegnato alla scuola a riorganizzarsi celermente e a rivedere le proprie azioni secondo una scansione nuova e inattesa.
Accanto alla costruzione del Piano annuale delle attività è bene definire un organigramma articolato nei minimi dettagli e una declaratoria dei compiti, dandone pubblicità sul sito scolastico, in modo tale che tutti sappiano a chi rivolgersi per problematiche specifiche.
L’organigramma non contiene solo i nomi dei principali collaboratori del Dirigente: può contemplare anche le figure di segreteria, l’RSU, i referenti di plesso, il Comitato di valutazione dei docenti, la Commissione mensa, il Consiglio di istituto, la Giunta, il Comitato di garanzia, il Responsabile del servizio di prevenzione e protezione. La costruzione dell’organigramma e la sua struttura dipendono dal tipo di impronta che si vuole dare alla scuola: l’impronta democratica e decentrata è senz’altro la più faticosa, ma ha il vantaggio della condivisione e dell’impulso dal basso.
Altrettanto importante e frutto delle decisioni del Collegio deve essere il funzionigramma che presuppone a priori le aree da presidiare in rapporto alla progettazione dell’Istituto; alcune aree sono definite dalla norma – si pensi all’inclusione e all’orientamento – altre sono specifiche. Al momento del rinnovo del Piano triennale dell’offerta formativa previsto dal D.P.R. 275/1999 e richiamato dalla Legge 107/2015, sarà utile avere una funzione strumentale dedicata, poiché il lavoro di sintesi progettuale deve essere formalizzato sull’apposita piattaforma del SIDI entro il periodo precedente le iscrizioni per l’anno scolastico successivo per darne pubblicità all’utenza, e questo è un compito che richiede tempo e competenza all’uso della piattaforma dedicata.
È molto importante non sottovalutare alcune figure strategiche e il loro ruolo imprescindibile, soprattutto in un periodo storico come quello attuale, in cui la tecnologia ci ha permesso di portare avanti l’esperienza della didattica a distanza e il funzionamento degli organi collegiali in videoconferenza. L’animatore digitale e il team per l’innovazione, nell’emergenza dettata dalla diffusione del Covid-19, sono stati fondamentali per sostenere il processo di ammodernamento, hanno definito un nuovo tipo di organizzazione didattica e un’esperienza che la scuola italiana non potrà dimenticare. Essi devono affiancare le azioni della dirigenza e dare supporto costante nel risolvere problemi di natura tecnica e nel predisporre un piano di comunicazione istituzionale efficace, attraverso la scelta e gestione continua degli strumenti di utilizzo per l’Istituto (piattaforme per la didattica, dispositivi, tipi di connessione).
La comunicazione istituzionale – dovuta per obblighi di legge dalla disciplina delle attività di informazione e di comunicazione delle pubbliche amministrazioni (Legge 150/2000) – è un aspetto fondamentale oltre che un adempimento: la cura e l’aggiornamento del sito scolastico da parte di una di queste figure permettono alla segreteria e alla dirigenza di risparmiare molto tempo e di essere più efficaci nelle azioni intraprese; l’utenza e il personale devono essere educati a consultare il sito scolastico con le sue differenti sezioni; il personale di segreteria deve conoscere i documenti fondamentali da pubblicare sul sito, e a tal fine alcune piattaforme di gestione della documentazione predispongono già un sistema di pubblicazione immediata dei principali documenti in Albo on line oppure in Amministrazione trasparente.
Quanto detto finora rappresenta la base organizzativa necessaria ad ogni scuola per gestire l’attività ordinaria e per pianificare attività di miglioramento. Senza una buona organizzazione dei compiti e delle procedure risulta difficile gestire le criticità che insorgono giornalmente e monitorare le attività predisposte: è bene in tal senso sottilineare che l’attività di un’organizzazione finalizzata all’ottenimento di alcuni obiettivi non può prescindere dall’implementazione di ruoli e procedure.
Il Dirigente rappresenta il punto verso il quale culminano tutte le azioni, a lei/lui spettano decisioni a volte richieste in modo repentino e imprevisto; pertanto, sapere da chi reperire informazioni precise, oppure lo storico della problematica che come Dirigenti neoassunti necessariamente non si conosce, è un aspetto da non sottovalutare.
Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane
Fin dai primi giorni il Dirigente neoassunto entra in contatto con i docenti, li conosce in modo informale incrociandoli nei corridoi oppure perché si presenteranno in occasione di richieste specifiche.
Un’attenzione particolare meritano i docenti neoassunti, per i quali occorre fin da subito predisporre misure di accompagnamento e inserimento nell’ambiente di lavoro. Sarà bene accoglierli e scambiare con loro alcune parole per conoscerne le esperienze di lavoro pregresse e le aspirazioni, cosa che tornerà utile anche in futuro: curare i docenti neoassunti significa costruire una comunità professionale; la loro presenza rappresenta comunque una novità nella scuola e questo aspetto è degno di attenzione da parte del Dirigente.
Già dal primo Collegio dei docenti sarà utile individuare i docenti tutor e pianificare una serie di azioni che non solo provvederanno agli adempimenti del D.M. 850/2015, ma permetteranno di far crescere le persone all’interno della comunità educante; a tal proposito sarà utile predisporre una circolare che illustri sinteticamente gli adempimenti dei neoassunti e considerare nella contrattazione di istituto delle risorse utili ad incentivare il lavoro di coaching dei docenti tutor designati in seno al Collegio dei docenti.
Il docente neoassunto ha bisogno di conferme, di confronto e di indirizzamento, anche da parte del Dirigente, rispetto all’organizzazione della singola scuola. La crescita di competenze relazionali deve considerarsi una priorità, poiché questo gli permetterà di apprendere in futuro e di imparare a confrontarsi con serenità senza sentirsi giudicato. Occorre predisporre alcune tappe di osservazione attraverso delle griglie, visite nelle classi e consultazione dei rispettivi tutor.
Nelle visite alla classe il Dirigente assiste alla lezione con spirito costruttivo e trova il tempo di consultarsi con il docente riguardo i metodi di gestione dell’attenzione degli studenti, l’uso delle nuove tecnologie e il rapporto con i colleghi; trovare momenti informali aiuta molto il docente ad esprimere i propri dubbi o perplessità. Si concordano i tempi per la consegna del Bilancio delle competenze e la sottoscrizione di un Patto per lo sviluppo professionale in cui si individuano i punti di crescita del docente in questione.
Il contatto con i docenti neoassunti deve essere sistematico, occorre coinvolgerli attivamente nei Consigli di classe, interclasse e intersezione, sostenere le loro iniziative per consentire loro di mettersi in gioco fattivamente. Il registro elettronico permette di monitorare i contenuti proposti e le attività sostenute, ma ritengo sia sempre molto più proficuo “indossare” una leadership basata sulla costruzione di relazioni piuttosto che sull’adempimento del compito; il docente avrà tutto il suo tempo per costruire le proprie lezioni, aggiornandone i contenuti anche in rapporto alla formazione per lui disposta, ma solo nell’anno di prova comprenderà quanto la dimensione relazionale sia importante.
Il sito dell’INDIRE offre una serie di utili strumenti per gestire le attività predisposte dalla normativa per i neoassunti e in genere una scuola Polo per la formazione organizzerà le attività formative richieste dalla normativa.
In conclusione
Per concludere, gli impegni del Dirigente neoassunto al primo incarico appariranno innumerevoli e sfuggenti al controllo, ma bisognerà pur iniziare da qualche parte per indossare questo nuovo abito.
L’importante sarà dunque partire avendo a mente che alcuni compiti non sono delegabili, e questi vanno da subito individuati presidiando le azioni necessarie all’espletamento degli stessi; in altri si può richiedere il supporto dello staff e gestire l’istituzione utilizzando l’istituto della delega.