Imparare a gestire l’eterogeneità di un gruppo, sovente molto vasto, è una questione intimamente legata al proprio stile di insegnamento, al proprio bagaglio culturale e alla propria storia personale.
Sono molteplici gli obiettivi che un insegnante deve raggiungere quando entra in aula: comunicare in modo chiaro ed efficace, costruire una relazione significativa con tutti i suoi studenti, condurre una lezione che sia finalizzata ad un vero apprendimento e verificare che i risultati attesi siano stati conseguiti.
Non è semplice: sono tutti aspetti, infatti, che possono diventare motivo di ansia e preoccupazione anche per i docenti più esperti.
La scuola di oggi chiede sempre di più, ci si aspetta sempre di più da chi si trova dietro la cattedra.
L’insegnante del terzo millennio è spesso sotto assedio, passato ai raggi X da studenti e genitori e con una professionalità che viene in più occasioni messa in discussione. Serve una scuola capace e competente, non noiosa, con docenti coraggiosi oltre che preparati e appassionati.
Occorre una didattica coinvolgente, inclusiva e affascinante, non stantia.
Nel n. 104 - Dicembre 2020 di Sinergie di Scuola, nell'articolo "Gestire la classe, o provare piuttosto a condurla?" Elena Garlaschi si sofferma sugli aspetti fondamentali della conduzione di una classe, su come creare un clima positivo e su come lavorare se il clima della classe è invece negativo. Gli spunti di riflessione, accompagnati da alcuni esempi pratici, possono rappresentare un utile supporto per i docenti, in particolare i neoassunti.