In occasione della VIII Giornata nazionale della sicurezza nelle scuole, che si è svolta oggi, è stata presentata la “II Indagine su conoscenza e percezione del rischio sismico” di Cittadinanzattiva e Protezione Civile.
L’Indagine (disponibile sui siti web www.cittadinanzattiva.it e www.protezionecivile.it) è stata realizzata attraverso questionari rivolti a 4.411 studenti di scuole superiori di primo e secondo grado e 2.490 genitori. 178 le scuole coinvolte, appartenenti a 18 regioni (tutte ad eccezione di Valle D’Aosta, Trentino Alto Adige) e 77 province. Essa presenta dati nazionali e focus relativi a 6 delle 18 regioni coinvolte: due del Nord (Piemonte e Lombardia), due del Centro (Toscana e Lazio) e due del Sud (Calabria ed Abruzzo).
Dai risultati emerge un atteggiamento fatalistico generalizzato, connotato da scarsa informazione e soprattutto dalla mancanza di propensione a prendere provvedimenti concreti per rendere sicuri gli edifici, in particolar modo al Sud.
Di fronte a un terremoto gli italiani provano paura e confusione e scappare dall’edificio è la prima reazione all’evento.
Circa il 39% dei genitori, dopo la scossa sismica, si precipiterebbe con la macchina a prendere i figli a scuola, soprattutto perché solo un genitore su quattro (24%) si dice sicuro che la stessa sia costruita secondo i criteri antisismici e, dall’altra parte, a confortarli non c’è nemmeno la percezione dei loro figli, visto che il 28% di essi non ritiene sicura la scuola che frequenta.
Molti studenti infatti la ritengono “non sicura” per il fatto che si tratta di un vecchio edificio (78%) o in quanto presenta crepe (60%) o infiltrazioni di acqua e tracce evidenti di umidità (40%).
Riguardo alle attività di prevenzione e formazione della scuola, solo un genitore su quattro dichiara che vengono realizzate, in netta diminuzione rispetto al dato del 2009 (44%).
Meglio le attività di formazione e prevenzione rivolte agli studenti: l’89% sostiene di aver partecipato alle prove di evacuazione nell’ultimo anno.