Cari Lettori, in questo editoriale desidero occuparmi del personale ATA e dell’autonomia in generale.
Il personale ATA è il presidio della scuola e la mantiene perfettamente operativa per consentire una ordinata attività didattica curricolare ed extra-curricolare.
Ciò nonostante, gli ATA sono sostanzialmente assenti nella Legge 107/2015 sulla “Buona Scuola”, se non per una improvvido riferimento ad un generico taglio degli amministrativi per una supposta riduzione dei carichi di lavoro dovuta all’introduzione delle moderne tecnologie.
Tutt’altro, per ora le moderne tecnologie non hanno semplificato nulla. Le decine di piattaforme web cui si riferiscono per i processi amministrativi sono fatte ad uso e consumo dei proprietari, senza alcuna interconnessione logica tra loro, con una propria policy di utilizzo che impone la lettura di improbabili manuali.
E che dire dell’autonomia sbandierata all’art. 1 del D.I. 44/2001, mai veramente applicata? Una per tutte la questione dei contributi volontari delle famiglie che costituiscono una quota irrinunciabile per il funzionamento delle scuole. Il MIUR ha più volte ribadito con reprimende ai Dirigenti la loro volontarietà, ma delle due l’una: o si rende obbligatorio e normato il contributo o si aumentano i fondi alle scuole per il loro funzionamento.
Altra cosa importante ricondurre il costo di ogni autonomia scolastica ad un unico centro di spesa, oggi sparpagliato tra MIUR, enti locali, MEF in modo da poter definire il costo standard e costituire un benchmark di riferimento quale indicatore, tra gli altri, di valutazione delle scuole.
Per concludere elenco le priorità da tenere presenti per migliorare gli aspetti amministrativo contabili delle istituzioni scolastiche:
- semplificazione vera dei processi amministrativi;
- razionalizzazione delle piattaforme web con credenziali uniche;
- introduzione di una vera autonomia (meno vincoli, più fondi);
- revisione del Decreto 44;
- aggiornamento sui nuovi processi prima che essi avvengano.
Buon lavoro!