E siamo a dicembre, mese di bilanci (non solo finanziari) e di buoni propositi per l’anno che verrà.
In occasione del rinnovo della compagine governativa, anche la scuola ha ottenuto la solita attenzione a livello mediatico, un po’ meno a livello di manovra finanziaria che nel momento in cui scrivo sta per andare in Parlamento per la discussione e deliberazione.
Rimangono, però, irrisolti i veri nodi critici che non hanno trovato soluzione negli ultimi venti anni.
In primo luogo l’edilizia scolastica, che annovera sedi scolastiche non progettate a suo tempo per un uso didattico, in parte vetuste se non fatiscenti, non in ordine per le regole antincendio e anti-sisma.
In primissimo piano anche la questione del precariato, vero grande problema per tutta una serie di riverberi che comporta sulla qualità del sistema. La precarietà provoca disagi per il personale che ne è soggetto e incide negativamente sulla continuità didattica e sulla serenità del docente nello svolgimento dei propri compiti formativi.
Ancora non trova soluzione, in tantissime realtà, il rapporto docente/discenti in classe, che mutila ogni buona intenzione di personalizzare la metodologia di insegnamento sulla base delle caratteristiche peculiari di ciascuna alunna e di ciascun alunno. Solo così si potrebbe cercare di allineare ad un unico ipotetico nastro di partenza le giovani menti – superando il censo di ognuno – e misurando, poi sì, il merito.
Infine, l’annosa questione degli stipendi, oggettivamente bassi, di docenti e personale. Su questo, a parer mio, data la catastrofica situazione finanziaria italiana, occorrerebbe un vero shock per innalzare gli stipendi. Ad esempio, si potrebbe proporre ai docenti su base volontaria un aumento delle ore di insegnamento legate ad una maggiore remunerazione.
Faccio un esempio: un docente di secondaria passa da 18 a 24 ore cattedra. Si risparmia uno stipendio su quattro. Lo stipendio risparmiato viene diviso in quattro parti. Tre parti per i tre docenti (25% ciascuno) che hanno accettato di passare a 24 ore e la quarta parte per interventi formativi o altro a favore di tutti.
Una nota positiva, al di là degli orientamenti politici, è la prevedibile garanzia che l’attuale esecutivo abbia davanti i naturali 5 anni di legislatura. Allora tutti, ognuno per la propria parte, faccia pressione affinché vi sia un piano organico di miglioramento e modernizzazione del sistema scolastico, che faccia perno sul migliorato arco temporale di prevedibile tenuta del Governo, per un progetto di autentica innovazione.
Buone feste a tutti!