Siamo di nuovo sotto scacco.
La situazione pandemica è in costante, pur se fortunatamente lieve, aumento.
Diventa sempre più complicato gestire l’attività scolastica, anche con riferimento ai ripetuti interventi di tipo regolamentare provenienti dall’Istituto Superiore di Sanità e dal Ministero dell’Istruzione.
La verità è che non siamo intervenuti tempestivamente sui fattori principali che determinano il contagio. Continuare a discutere se mandare le classi a casa con uno o due o tre casi di infezione è il classico rimedio di quando i buoi sono già scappati.
Era ed è necessario intervenire in primis sui trasporti pubblici e a seguire sul numero di studenti per classe e sui sistemi di pulizia dell’aria nelle classi stesse. Occorreva e occorre che si giunga all’obbligo vaccinale, posto l’unanime consenso scientifico sulla bontà dei vaccini nel ridurre la circolazione virale. Abbiamo davanti un inverno da non sottovalutare.
Chiaramente il ricorso alla DiD o alla DaD, che dir si voglia, rimane un elemento imprescindibile nella gestione delle quarantene, e anche qui sarebbe necessario chiarire quando studenti e studentesse ne hanno diritto. C’è ancora troppa confusione tra quarantene indotte da infezioni interne alla classe e studenti in quarantena per infezioni esterne, ad esempio a causa di un congiunto. Le scuole su questo si muovono in ordine sparso.
Non aiuta il momento particolarmente delicato che vede il Ministero dell’Istruzione – nella sua articolazione centrale – in una fase di riorganizzazione, che prevedibilmente vedrà il succedersi di nuovi Direttori generali all’apice delle Direzioni e a seguire la riorganizzazione degli Uffici di Direzione con prevedibile avvicendamento di Dirigenti di seconda fascia.
Vi lascio ai contenuti della rivista, particolarmente importanti questo mese, e auguro a Tutte e a Tutti serene feste.