Abbiamo ritardato di qualche giorno la formulazione di questo editoriale per verificare se l’altalena politico-istituzionale avrebbe portato un qualche risultato. Sono stati momenti molto duri che mai si erano presentati nell’Italia repubblicana. Alla fine si è arrivati ad un Governo definito “populista”, perché è il prodotto politico di due forze che in tutta la campagna elettorale hanno parlato alla “pancia” del Paese, cogliendone gli umori e le paure e raggiungendo il miglior risultato elettorale.
Dunque oggi sappiamo chi è il nuovo ministro dell’istruzione, conosciamo il suo curriculum. È un uomo di scuola che ha attraversato tutte le sue componenti. Ha conosciuto la “trincea” nell’esperienza da docente prima, Dirigente scolastico poi, e infine l’amministrazione centrale nella sua qualità di “provveditore”.
Ci sono le condizioni perché faccia bene, al di là del retroterra politico che lo esprime; perché la politica definisce il pensiero-guida, ma gli atti amministrativi li fanno gli uomini.
Il Dott. Bussetti dovrà occuparsi subito di alcune faccende spinose: il problema dei docenti magistrali, l’accordo sindacale sulla mobilità, il rinnovo contrattuale di un contratto appena nato e già nato vecchio, la modifica dell’esame di Stato, i concorsi di Dirigente scolastico, direttori sga, ...
Un’agenda molto ricca che dovrà soddisfare le attese del mondo scolastico.
Formuliamo al neo-ministro i migliori auguri per un lavoro proficuo e risolutivo dei problemi della scuola con l’impegno, come sempre, di seguirne il percorso attraverso queste pagine a supporto dei nostri Lettori.