In una fase apparentemente in via di miglioramento bisogna più che mai cogliere gli scenari che il Covid ci propone per immaginare una scuola nuova.
Riporto una frase del Papa, ove Francesco, nella sua alta semplicità, ci dice che la cosa ancora peggiore dell’epidemia sarebbe quella di sprecarla.
I temi che il Covid ci propone ci porta a soluzioni che, anche senza di esso, non possono che migliorare il sistema scolastico. Eccone alcune:
Le classi pollaio. Sulla necessità della distanza di sicurezza (per favore non SOCIALE), ridurre gli studenti per classe non può che migliorare l’efficacia formativa ed educativa che la scuola ha come obiettivi primari. Occorre dunque investire sulla scuola per migliorare il rapporto docenti/alunni, ad esempio rivedendo il tempo docenza in funzione di quella in presenza e quella a distanza.
La didattica a distanza. Lungi da me l’idea che possa essere sostitutiva della didattica tradizionale, certamente non è uno strumento da abbandonare ad emergenza conclusa. La scuola rappresenta una formidabile occasione di socializzazione che non può prescindere dal rapporto fisico, ma è anche vero che la didattica a distanza può efficacemente costituire un’integrazione didattica fruibile anche in via asincrona dagli studenti, con possibile riduzione del tempo scuola in presenza e più semplice diversificazione degli orari di entrata/uscita dalla scuola in rapporto ad una migliore logistica dei trasporti.
Il modello scolastico. Certamente andrà ripensato il modello scolastico. I tempi di docenza in funzione di presenza e DaD, la presenza imprescindibile di figure di supporto, all’interno della scuola, all’innovazione digitale, l’utilizzo dello smart working come modalità stabile di prestazione lavorativa in una ottica di snellimento dei trasporti e di miglioramento della vita lavorativa del personale. Certo se si considera lo smart working un non-lavoro avrà vita dura ad attecchire. Bisogna ragionare non più per cartellino e presenza in ufficio, che non significano nulla, ma per obiettivi e tempi di realizzazione. Un cambio di mentalità che deve coinvolgere tutta la catena di comando, dal Capo dipartimento ministeriale ai Direttori SGA.
Inclusione e partecipazione. Insieme ai docenti, le famiglie sono state protagoniste in questa fase di didattica a distanza. Probabilmente, ora, c’è più consapevolezza l’uno dell’altro. Non sprechiamo questa occasione e pensiamo a nuove modalità di collaborazione tra scuola e famiglia, in una logica sempre più inclusiva e di partecipazione, con l’obiettivo di una sempre maggiore riduzione della dispersione scolastica.
Nella speranza di una apertura a settembre delle scuole nella migliore situazione possibile, vi do appuntamento a quella data, augurando a Voi tutti un periodo sereno di salute e vacanze.