Evitiamo che la paura diventi il problema più complesso da gestire.
Lasciando ai professionisti competenti (Ministero salute, Protezione civile, Enti locali) la gestione della crisi sul piano epidemiologico e di contenimento della propagazione virale, a noi del mondo della scuola rimane il pur non facile compito di garantire il diritto allo studio alle nostre studentesse e ai nostri studenti.
Fondamentalmente gli assi su cui muoversi sono due.
Attivare modalità innovative di formazione utilizzando tutte le risorse che il mondo digitale oggi ci consente.
Il problema potrebbe diventare una sfida che ci porterà ad utilizzare questi strumenti innovativi anche dopo – si spera, nel più breve tempo possibile – il termine dell’attuale crisi.
La formazione a distanza, a parte le necessità contingenti, può diventare uno strumento concorrente alla didattica tradizionale, in particolar modo nelle occasioni per le quali la didattica tradizionale, frontale, non può essere esercitata: scuola in ospedale, istruzione domiciliare, ragazzi in restrizione penale, zone disagiate, eventi climatici eccetera.
Il secondo asse è garantire la disponibilità di ausili e prodotti igienici in modo che gli studenti e il personale possano adottare anche a scuola i comportamenti individuali consigliati per il contenimento del virus, dotando inoltre il personale ausiliario di quanto necessario per la sanificazione degli ambienti.
Al momento in cui scrivo la situazione è fluida ed è difficile prevedere la sua evoluzione.
Anche sul piano amministrativo, nel caso perdurasse la chiusura delle scuole, occorrerà attivare per il personale modalità di lavoro a distanza per consentire la prosecuzione dell’intenso lavoro amministrativo necessario per il funzionamento del sistema scolastico e garantire un ordinato avvio del prossimo.