I problemi della scuola sono sempre stati presi in considerazione dal potere politico da un punto di vista “ideologico”, e la scuola diventa in particolar modo centrale quando si approssima una tornata elettorale.
Anche oggi siamo in questa situazione. Tutto il dire sul rinnovo contrattuale non può non essere visto in rapporto alle elezioni della prossima primavera. Il cospicuo intervento sugli stipendi dei Dirigenti scolastici ha una forte connotazione politica, anche se è un diritto sacrosanto arrivare alla “dirigenza unica”, in special modo considerando che le responsabilità e i carichi di lavoro dei presidi sono fortemente sovrabbondanti rispetto agli impegni dei dirigenti centrali e periferici del MIUR.
Ma la stessa attenzione deve essere data al restante personale che vive – davvero – una situazione di sotto-salario in rapporto alle nuove responsabilità che si sono delineate nel tempo per il passaggio da una scuola che rispondeva alle “circolari” degli enti sovraordinati, ad una scuola che programma autonomamente la propria attività rispondendo direttamente agli stakeholders.
In particolare occorrerà premiare la funzione direttiva delle scuole, ove il DSGA è sempre più una figura preminente e autonoma nella predisposizione degli atti amministrativo-contabili.
Rendere decorosi gli stipendi del personale è un passo importante. Ma deve essere affiancato alla indizione dei concorsi per ripristinare gli organici fortemente sottodimensionati, attivare processi di formazione e aggiornamento e concentrarsi sul miglioramento dei modelli organizzativi, facendo perno sulla “scuola digitale” ancora lungi dall’essere una realtà capillare nelle istituzioni scolastiche.