A mano a mano che l’anno scolastico prende forma e forza, con il completamento delle sempre troppe cattedre vuote al primo settembre, prende anche forza e si evidenzia il problema della dispersione scolastica. La questione è complessa e richiede un approccio multifattoriale per essere affrontato con successo. Il primo passo per combatterla non può che essere l’identificazione precoce dei rischi: è importante individuare gli studenti a rischio di dispersione scolastica il prima possibile. Questo può essere fatto attraverso la valutazione delle performance nello studio, delle assenze e del coinvolgimento degli studenti.
Una volta individuati, l’approccio di supporto non potrà che essere personalizzato: questo può includere tutoraggio, programmi di recupero per le materie in cui stanno faticando e servizi di consulenza psicologica per affrontare eventuali problemi personali che possono influenzare le loro prestazioni scolastiche.
Non di meno coinvolgere attivamente le famiglie nella vita scolastica dei loro figli è essenziale. Le scuole dovrebbero stabilire canali di comunicazione efficaci con i genitori per condividere informazioni sugli studenti e lavorare insieme per affrontare eventuali sfide. La scuola forma, ma è la famiglia che educa.
Risulta anche molto utile offrire programmi di orientamento per aiutarli a prendere decisioni più consapevoli riguardo al loro percorso scolastico e professionale. Questo può contribuire a motivarli e a mantenere il loro impegno nella scuola anche proponendo programmi di apprendimento flessibili: alcuni studenti potrebbero beneficiare di un approccio meno rigido, come l’apprendimento on-line o l’istruzione a distanza. Questo può essere particolarmente utile per gli studenti che hanno difficoltà a frequentare la scuola in modo tradizionale per motivi come la salute o l’accessibilità.
Sull’esperienza dei tanti progetti di peer education sarebbe importante portarli a sistema. Programmi di tutoraggio e mentoring tra pari possono essere efficaci per motivare gli studenti a rischio. I mentori possono condividere le loro esperienze ed essere modelli positivi.
Creare lezioni che siano più coinvolgenti e pratiche può accrescere l’interesse degli studenti. L’apprendimento basato sull’esperienza può rendere le materie più concrete e pertinenti.
Certamente, per fare tutto questo, occorrono politiche a livello nazionale e regionale finalizzate a ridurre l’abbandono scolastico attraverso misure come l’allungamento dell’obbligo scolastico e la creazione di programmi di recupero. Scuole, Enti locali e organizzazioni non profit dovrebbero collaborare per affrontare la dispersione scolastica in modo più efficace, condividendo risorse e best practice.
Infine, è fondamentale che le scuole monitorino costantemente il progresso degli studenti a rischio al fine di adattare le strategie di intervento in base alle loro esigenze in evoluzione.
Non è facile, ma ce la possiamo fare.