Cari lettori, bentrovati.
Anno nuovo, vecchi problemi viene da dire. L’inizio del nuovo anno scolastico si presenta con le solite questioni delle cattedre vuote. Il piano assunzionale dalle GAE è stato come da prassi deficitario e, dunque, occorrerà fare abbondantemente ricorso a personale precario dalle graduatorie provinciali che, per alcuni insegnamenti, risultano prive di aspiranti e sarà necessario fare ricorso alle MAD se va bene entro novembre. Altro che “tutti in classe al primo settembre”, roboante promessa di ogni fine anno scolastico!
Stesso discorso per il personale ATA, e situazione molto più complicata per DS e DSGA: si prevede infatti un cospicuo ricorso alle reggenze in attesa che, purtroppo, la denatalità porti in equilibrio il sistema con riduzione delle autonomie scolastiche e i relativi profili apicali.
Ancora da “digerire” da parte dei diretti interessati la nuova classificazione dei profili ATA, oggetto del recente rinnovo contrattuale; in particolare si ritrova una fumosa dicitura “Funzionari ed elevate qualificazioni” che per ora non è accompagnata da una adeguata è dovuta miglioria della retribuzione, anzi, riduce il titolo di accesso al profilo richiedendo ora anche solo la laurea triennale.
È andata molto meglio ai DS sia sul piano economico che normativo, segnale inequivocabile che il Dirigente rimane il dominus della scuola e a lui si fa riferimento per la qualità dell’offerta formativa sui territori. Onori e oneri!
Sul lato PNRR le cose non vanno meglio. Le scuole sono in ritardo sui piani e ancor di più gli Enti locali sui progetti infrastrutturali, tanto che il Governo ha dovuto ridurre l’esposizione finanziaria nel piano per evitare che si acquisissero fondi a debito poi non utilizzati.
Ancora, la pandemia potrebbe aver causato ritardi nell’apprendimento degli studenti a causa delle interruzioni delle lezioni e delle difficoltà nell’adattarsi all’apprendimento a distanza. Le scuole potrebbero dover ancora affrontare il compito di individuare le lacune nell’apprendimento degli studenti e fornire supporto aggiuntivo per aiutarli a recuperare.
Risulta evidente la continua non accettazione dei risultati scolastici dei figli con ricorsi ai Tribunali amministrativi regionali e approcci violenti con i docenti, che sfociano in qualche caso in attacchi fisici. È necessario un migliore coinvolgimento delle famiglie nell’educazione dei propri figli. La comunicazione regolare tra scuole e famiglie potrebbe essere più cruciale che mai e potrebbe aiutare a gestire meglio le sfide e a garantire che gli studenti ricevano il sostegno di cui hanno bisogno e i docenti il giusto riconoscimento della loro funzione e del loro valore.
L’inizio dell’anno scolastico è un momento complesso e impegnativo, ma anche un’opportunità per affrontare le sfide con creatività e determinazione, al fine di fornire un’istruzione di qualità agli studenti italiani.