Sinergie di Scuola

A ridosso della fine del 2019 sono stati emanati due atti importantissimi relativamente alla formazione dei Dirigenti scolastici e del restante personale docente, educativo e ATA della scuola; atti determinanti per impostare quelle azioni necessarie alla crescita del personale e alla evoluzione di tutta la Comunità Educante.

Mi riferisco per i Dirigenti scolastici al D.M. n. 956 del 10/10/2019 (“Disposizioni concernenti il periodo di formazione e di prova della Dirigenza Scolastica”), trasmesso alle scuole con nota Miur prot. n. 48961 del 27/11/2019 e all’Ipotesi di CCNI, sottoscritta il 19/11/2019, per il personale docente, educativo e ATA, concernente i criteri generali di ripartizione delle risorse per la formazione nel triennio 2020-2022.

La formazione dei Dirigenti scolastici

Il D.M. 956/2019 definisce, oltre ad un diverso modello di formazione, anche i servizi utili ai fini del percorso di formazione e prova e i criteri e le modalità per la valutazione dei Dirigenti scolastici ai fini del superamento del periodo di prova.

Quest’ultimo ha la durata dell’anno scolastico in cui dovrà essere prestato un servizio effettivo di almeno 6 mesi. È possibile sospenderlo per malattia e in altri casi previsti dalla Legge, che restano gli unici utili per rimandarlo o prorogarlo alla scadenza.

Le attività di formazione che gli USR dovranno programmare riguardano due differenti percorsi:

  1. Attività di accompagnamento su cronoprogramma;
  2. Attività di formazione vera e propria.

Per le attività di accompagnamento si prevede l’assegnazione a ciascun neo dirigente di un tutor esperto individuato dai Direttori Generali tra i Dirigenti scolastici in servizio nella regione, a cui potranno essere assegnati fino a tre neo dirigenti da accompagnare per tutto l’anno scolastico 2019/2020 con momenti di confronto tra pari, tutoring, supporto e consulenza, quantificati in 25 ore complessive.

Questi momenti di scambio tra tutor e neo assunti, in forma di piccoli gruppi o individuali, se necessario, saranno correlati di massima con il calendario delle scadenze significative della vita della scuola che compongono un ideale cronoprogramma degli impegni, con particolare riferimento a:

  • operazioni connesse con l’avvio dell’anno scolastico;
  • organizzazione del lavoro del personale (piano annuale, funzionigramma ecc.);
  • definizione della Contrattazione di Istituto e delle forme di incentivazione del personale;
  • elaborazione del Piano delle azioni formative di istituto, compresi gli impegni per l’anno di formazione del personale docente neo-assunto;
  • cura per la sicurezza e la prevenzione dei rischi;
  • rapporti con il DSGA, con riguardo alla gestione amministrativo-contabile dell’istituto;
  • predisposizione delle diverse fasi relative alle iscrizioni degli alunni;
  • programmazione degli organici del personale;
  • gestione delle diverse fasi della valutazione, dal sistema degli scrutini e degli esami ai rapporti con l’INVALSI.

In questo modo il dirigente neoassunto avrà la possibilità di inserire le scadenze gestionali in una più ampia visione strategica della sua scuola, sviluppando anche competenze di leadership fondamentali per la piena valorizzazione della comunità educante.

Le attività di accompagnamento devono comunque essere affrontate secondo lo specifico punto di osservazione del Dirigente scolastico, delle sue responsabilità e prerogative, dell’incidenza della sua azione nella vita della scuola. L’attività potrà essere anche associata a una produzione di strumenti operativi, linee guida, format di provvedimenti amministrativi, che possano poi dar luogo ad un repertorio di pratiche gestionali che, opportunamente validate, diventino patrimonio comune dei Dirigenti scolastici del territorio.

Per la designazione dei tutor, su individuazione del Direttore Generale o del Dirigente titolare dell’USR, sono criteri prioritari il possesso delle migliori competenze professionali e l’attitudine a svolgere funzioni di tutoraggio, counseling, supervisione professionale.

Per l’impegno svolto, al tutor verrà corrisposta una quota forfettaria di € 350,00 per ciascun Dirigente scolastico neoassunto a lui assegnato. Il rapporto numerico fra i tutor e nuovi Dirigenti scolastici è, orientativamente, di 1 a 3.

Il tutor dovrà:

  1. partecipare a specifici momenti informativi e formativi organizzati dagli USR;
  2. predisporre momenti di reciproca osservazione;
  3. svolgere attività di accompagnamento ai principali compiti connessi alla funzione dirigenziale, di coaching, di peer review, e di job shadowing, anche attraverso visite alle istituzioni scolastiche di titolarità dei neo assunti almeno due volte nel corso del periodo di formazione e di prova;
  4. redigereuna relazione finale relativa a ogni dirigente neoassunto seguito, da trasmettere entro il mese di giugno al Direttore Generale (o Dirigente preposto) dell’USR, che riporti:
    • le attività di accompagnamento svolte;
    • il parere istruttorio circa l’esercizio delle competenze professionali richieste al Dirigente scolastico in periodo di prova. L’attività di tutor sarà attestata dall’Ufficio Scolastico Regionale.

Si prevede inoltre lo svolgimento di attività formative a carattere regionale per gruppi di 25 neo dirigenti per un numero complessivo di 50 ore (di cui almeno il 75% obbligatorio) con attività a carattere operativo e laboratoriale imperniato sullo studio di casi, scambio di buone prassi, problem solving guidate dalla presenza di un dirigente esperto con funzioni di coordinatore e facilitatore su tematiche riguardanti la progettazione e gestione del PTOF e del RAV, la gestione degli aspetti amministrativo-contabili, della sicurezza del contenzioso giuridico e della promozione e valorizzazione delle risorse umane finalizzata all’innovazione didattica.

Le iniziative formative da avviare devono far riferimento alle attività connesse con il profilo del Dirigente scolastico, secondo le aree definite dal D.M. 956/2019:

  1. Area dell’ordinamento scolastico, con particolare riferimento alla tipologia dell’Istituzione scolastica di assegnazione (peculiarità degli indirizzi e relative indicazioni nazionali/linee guida); sviluppo delle opportunità offerte dall’autonomia scolastica; elaborazione e revisione dei documenti di progettazione strategica: il piano triennale dell’offerta formativa, il Rapporto di autovalutazione, il piano di miglioramento e la rendicontazione sociale;
  2. Area giuridico amministrativa, con particolare riferimento alla gestione amministrativa e contabile, alla sicurezza degli ambienti di lavoro, alla gestione degli eventuali conflitti e del contenzioso giuridico;
  3. Area professionale e formativa, con particolare riferimento all’allestimento degli ambienti di apprendimento e all’organizzazione didattica; alle innovazioni tecnologiche e digitali; ai processi di internazionalizzazione; allo sviluppo sostenibile, alla promozione e sviluppo delle risorse umane; alla costruzione della comunità professionale e del clima relazionale.

Inoltre gli USR potranno organizzare momenti formativi specifici per ulteriori approfondimenti, emersi dai bisogni dei dirigenti neoassunti.

Il finanziamento complessivo assegnato agli USR di € 1.437.725,50 viene ripartito tra le diverse regioni sulla base del numero dei neo dirigenti assunti e di un costo-standard pro capite quantificato in € 720,00 per le iniziative regionali di formazione, l’attivazione di piattaforme web, il supporto formativo ai tutor (ai quali, ricordiamo, sarà corrisposta una quota forfetaria di € 350,00 per ciascun neo dirigente assegnato).

I direttori generali degli USR effettuano la valutazione del periodo di prova dei dirigenti. Possono avvalersi, a tal fine, dei dirigenti tecnici e dei dirigenti amministrativi nelle aree funzionali dedicate alla dirigenza scolastica, e in subordine di Dirigenti scolastici di comprovata esperienza e specifica professionalità.

La valutazione del periodo di formazione e di prova

Spetta al dirigente preposto all’USR emettere provvedimento motivato di conferma in ruolo, in caso di giudizio favorevole sul periodo di formazione e di prova. In presenza di giudizio sfavorevole, emette un provvedimento motivato sul mancato superamento del periodo di formazione e di prova, provvede al recesso del contratto e avvia la procedura per la ricollocazione nel ruolo di provenienza.

Il progetto formativo delineato si ritiene abbastanza completo, tuttavia tardivo, in quanto la maggior parte delle attività indicate nel percorso di accompagnamento risultano già svolte o avviate. I Dirigenti scolastici operano infatti già da mesi, spesso in situazioni di grave difficoltà amministrativa e gestionale, senza alcun specifico supporto.

Nella speranza che le azioni formative inizino subito nel 2020, si ritiene comunque valido supportare i neo Dirigenti scolastici con personale esperto dedicato e con approfondimenti vari attinenti a questa delicata professione.

La formazione del personale docente, educativo e ATA

Come detto in apertura, il 19 novembre scorso è stata raggiunta e sottoscritta un’intesa importante tra MIUR e Organizzazioni Sindacali per quanto concerne obiettivi e finalità della formazione in servizio del personale.

L’Ipotesi di Contratto Collettivo Nazionale Integrativo su “Criteri generali di ripartizione delle risorse finanziarie per il triennio 2019/2020, 2020/2021, 2021/2022”, rappresenta il risultato delle modifiche apportate dal CCNL del 19/04/2018 sulle precedenti modalità di attuazione dei percorsi formativi.

Infatti, l’art. 22 del CCNL 19/04/2018, con i commi 4 e 8, riconduce la materia della formazione in servizio del personale tra quelle oggetto di contrattazione nazionale integrativa per quanto concerne le risorse e di confronto per quanto riguarda obiettivi e finalità.

Nella costruzione del percorso formativo del personale di ogni Istituzione scolastica si dovrà tenere presente quanto indicato dall’art. 24, comma 1 del CCNL 19/04/2018 e cioè la centralità della “comunità educante”, volta alla crescita della persona in tutte le sue dimensioni, e che in essa ognuno opera, con pari dignità e nella diversità di ruoli, per garantire la formazione alla cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di svantaggio in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e dalla Convenzione internazionale sui diritti dell’infanzia, approvata dall’ONU il 20 novembre 1989, e con i principi generali dell’ordinamento italiano.

Il CCNI riporta quindi la centralità della programmazione delle azioni formative all’interno di ogni scuola, modificando il metodo utilizzato nel triennio precedente dove le iniziative venivano programmate e gestite da una scuola-polo per una rete di scuole territoriali secondo l’impostazione della Legge 107/2015.

Tuttavia la formazione può comunque essere gestita per opportunità e organizzazione in forma di reti ma non più nel sistema di rete territoriale di ambito ma come reti di scopo liberamente promosse e autonomamente deliberate dalle scuole secondo la primitiva accezione di rete fatta con il DPR 275/99, regolamentato dall’autonomia scolastica.

Pertanto la programmazione e la concreta gestione delle attività di formazione in servizio avvengono a livello di singola Istituzione scolastica e di reti di scuole nel rispetto delle prerogative del collegio dei docenti e del consiglio d’istituto ai sensi dell’art. 66 del CCNL 2006-2009 e dell’art. 7, comma 2 del D.P.R. 275/1999. L’amministrazione centrale ha, oltre ai compiti di indirizzo, coordinamento e monitoraggio, la competenza in materia di promozione, individuazione, studio e diffusione di nuovi modelli di formazione e aggiornamento connessi ai processi di innovazione del sistema, tenuto conto del coinvolgimento partecipativo delle organizzazioni sindacali di categoria ai sensi dell’art. 9 del CCNL 2016-2018 (Organismo paritetico per l’innovazione). Le iniziative di formazione in servizio a carattere nazionale, le azioni di sistema e la formazione in ingresso per i docenti e per il personale ATA, sono programmate e gestite dall’amministrazione centrale e regionale, con il coinvolgimento delle scuole polo per la formazione. La formazione è altresì rivolta per l’aggiornamento professionale, ai docenti di religione cattolica in attuazione del D.P.R. 175/2012.

Importante e strategico è quindi il ruolo dell’Amministrazione Centrale che, con particolare riferimento anche all’azione di monitoraggio, dovrà valorizzare le migliori pratiche, incoraggiare la diffusione di modelli innovativi, predisporre azioni di semplificazione «al fine di realizzare un sistema di formazione in servizio in grado di determinare la crescita professionale continua del personale, la qualificazione del sistema istruzione e un reale innalzamento dei livelli dell’offerta formativa».

All’Amministrazione Centrale è assegnato quindi un ruolo determinante perché dovrà sviluppare, sia a livello centrale che periferico, rapporti qualitativamente elevati e dotarsi di strumenti organizzativi e operativi idonei per essere all’altezza del compito.

Il Piano di formazione di Istituto

L’aver riassegnato alle scuole la centralità nelle scelte formative per il personale in servizio porterà inevitabilmente a ritenere il Piano di formazione di Istituto il documento più importante e di sintesi tra gli obiettivi del PTOF, i risultati del RAV e le strategie di ogni scuola con i percorsi di formazione necessaria al personale per raggiungere gli obiettivi di miglioramento e innalzamento culturale ed organizzativo.

La centralità del Piano di formazione di Istituto restituisce importanza alle scelte del collegio dei docenti per ogni Istituzione scolastica, ma non bisogna dimenticare che il Contratto Integrativo suggerisce anche modalità innovative di attuazione della formazione che permetta di realizzare e valorizzare anche iniziative di autoformazione, di formazione tra pari, di ricerca-azione, di attività laboratoriali, di gruppi di approfondimento e miglioramento, senza tralasciare la formazione individuale in stretta connessione e coerenza con il piano di formazione di Istituto.

Nell’ambito del Piano di formazione di Istituto viene ribadito dal CCNI che dovrà essere inserito anche il piano di formazione del personale ATA definito dal Direttore SGA nel piano delle attività ATA, ai sensi dell’art. 53, comma 1 del CCNL 29/11/2007 confermato dal CCNL 19/04/2018.

Per la formazione ATA, che racchiude anche quella connessa al conferimento delle posizioni economiche previste dall’art. 50 del CCNL 29/11/2007, si potranno utilizzare i fondi provenienti dalla ex Legge 440/1997.

Ripartizione delle risorse

I criteri generali di ripartizione delle risorse per la formazione del personale docente, educativo e ATA sono oggetto di relazioni sindacali a livello nazionale, secondo quanto previsto dall’art. 22, comma 4, lettera a3 e, a livello di ogni Istituzione scolastica, ai sensi dell’art. 22, comma 4, lettera c7.

Una quota pari al 60% delle risorse finanziarie disponibili sarà assegnata agli Istituti scolastici in modo proporzionale al numero del personale docente, educativo e ATA dell’organico dell’autonomia, al fine di realizzare le iniziative formative individuate nel piano di formazione d’istituto. Tali risorse potranno anche contribuire a realizzare iniziative formative congiunte con altre Istituzioni scolastiche, attraverso lo sviluppo di reti di scopo dedicate.

Una quota pari al 40% delle risorse disponibili sarà assegnata alle scuole-polo per la gestione coordinata delle iniziative di formazione previste dall’Amministrazione centrale. Tutto il personale in servizio può accedere alle iniziative formative.

Le Istituzioni scolastiche e le scuole-polo per la formazione inseriscono le attività formative nella piattaforma SOFIA (sofia.istruzione.it) per il personale docente educativo e ATA. A conclusione delle attività formative, le Istituzioni scolastiche e le scuole-polo per la formazione devono effettuare le operazioni di rendicontazione delle iniziative svolte secondo gli standard, i processi e la tempistica definiti dall’amministrazione centrale, anche attraverso strumenti e piattaforme digitali.

Il sistema di ripartizione delle risorse evidenzia ancora il ruolo centrale delle scuole che programmano la formazione necessaria, la organizzano anche dal punto di vista contabile e la rendicontano.

In realtà l’Amministrazione è tornata indietro rispetto all’organizzazione del precedente triennio, perché le Scuole hanno lamentato la difficoltà nel trovare la sintesi tra priorità e bisogni formativi di ciascuna scuola a quelli definiti a livello di ambito territoriale.

Anche la gestione finanziaria centralizzata insieme alle rigidità burocratiche hanno prodotto spesso un rallentamento nell’organizzazione dei percorsi, il cui risultato – in numerose situazioni – è stato quello di non utilizzare tutti i fondi messi a disposizione dalla Legge 107/2015.

Finalità e obiettivi

La strategia della formazione ha l’obiettivo di:

  1. sostenere e sviluppare la ricerca e l’innovazione educativa per migliorare l’azione didattica, la qualità degli ambienti di apprendimento e il benessere organizzativo e lavorativo;
  2. promuovere un sistema di opportunità di crescita e sviluppo professionale per tutti gli operatori e per l’intera comunità scolastica.

Le finalità delle attività di formazione per il personale docente, educativo e ATA riguardano, per il triennio 2019-2022, l’attuazione delle norme contrattuali, il supporto ai processi di innovazione in atto, nonché le finalità espressamente definite da specifiche leggi. Al fine di promuovere un effettivo miglioramento e un’efficace crescita professionale del personale, nel rispetto delle iniziative afferenti alle indicazioni normative e contrattuali, gli obiettivi formativi prevedono la realizzazione di iniziative di formazione orientate prevalentemente agli ambiti e alle tematiche emerse in sede di confronto.

Per tutto il personale docente, educativo e ATA le seguenti tematiche sono oggetto di interventi formativi:

  • sicurezza nei luoghi di lavoro, anche in relazione agli obblighi formativi previsti dalla normativa vigente;
  • miglioramento degli apprendimenti e contrasto all’insuccesso formativo;
  • inclusione degli alunni con BES, DSA e disabilità;
  • riforme di ordinamento e innovazioni curriculari;
  • obblighi normativi per la pubblica amministrazione (es. trasparenza, privacy ecc.).

Per i docenti la formazione è orientata a potenziare le competenze disciplinari e trasversali anche riferite alle Indicazioni Nazionali e alle Linee guida curriculari.

Per gli ambiti disciplinari, le iniziative formative riguardano le competenze disciplinari didattiche e metodologiche:

  • nell’area linguistica e delle scienze umane;
  • nell’area matematica e scientifica e tecnologica;
  • nelle lingue straniere;
  • nel campo delle arti;
  • nell’area delle materie d’indirizzo negli istituti tecnici e professionali;
  • nell’area digitale.

Per quanto riguarda gli ambiti trasversali le iniziative sono rivolte:

  • alle competenze di cittadinanza;
  • alla dimensione interculturale;
  • alla cultura della sostenibilità;
  • alle competenze relative all’orientamento nelle scelte anche con riferimento agli aspetti inerenti alla continuità (scuola dell’infanzia – primaria; scuola primaria – scuola secondaria di I grado; primo ciclo – secondo ciclo);
  • alle competenze afferenti all’insegnamento dell’educazione civica;
  • alla didattica inclusiva per alunni con BES, DSA e disabilità;
  • alla elaborazione del curricolo verticale.

Altri interventi formativi possono essere rivolti:

  • alle didattiche innovative e per competenze;
  • alle dimensioni organizzative, didattiche, di ricerca e innovazione dell’autonomia scolastica;
  • agli aspetti della valutazione degli allievi e di sistema;
  • alle innovazioni nella scuola dell’infanzia, nell’ambito del sistema integrato “zero-sei”;
  • ai percorsi per le competenze trasversali e di orientamento (PCTO);
  • all’istruzione per gli adulti;
  • alle misure di accompagnamento nei nuovi istituti Professionali.

Per il personale ATA, è necessario realizzare interventi di formazione rivolti ad innalzare livelli professionali attraverso l’acquisizione di nuove competenze connesse con l’attribuzione delle posizioni economiche, per ciascuno dei profili professionali interessati.

In questo contesto, di seguito vengono elencati gli argomenti su cui articolare percorsi di formazione che tengano conto della specificità di ogni profilo professionale, anche in relazione alla riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione con particolare riferimento alle competenze per la mobilità professionale, al digitale e alla formazione per i neoassunti sugli aspetti peculiari del profilo anche con riguardo al personale internalizzato (ex LSU).

Gli argomenti dei corsi per l’area A (profilo Collaboratore Scolastico) riguardano:

  • gli obiettivi, gli strumenti e le funzioni dell’autonomia scolastica;
  • l’accoglienza, la vigilanza e l’inclusione;
  • l’assistenza agli alunni con diverso grado di abilità coerenti con il profilo;
  • la partecipazione alla gestione dell’emergenza e del primo soccorso;
  • le competenze di base in informatica.

Gli argomenti dei corsi per l’area B (profilo Assistente Amministrativo) riguardano:

  • gli obiettivi, gli strumenti e le funzioni dell’autonomia scolastica;
  • i contratti, le procedure amministrativo-contabili e i controlli, le tipologie di assenze;
  • la gestione delle relazioni interne ed esterne;
  • le competenze in informatica.

Gli argomenti dei corsi per l’area B (profilo Assistente Tecnico) riguardano:

  • gli obiettivi, gli strumenti e le funzioni dell’autonomia scolastica;
  • la funzionalità e la sicurezza dei laboratori;
  • la gestione dei beni nei laboratori dell’istituzione scolastica;
  • il supporto tecnico all’attività didattica per la propria area di competenza;
  • la collaborazione nell’attuazione dei processi di innovazione dell’istituzione scolastica;
  • la collaborazione con l’ufficio tecnico e l’area amministrativa;
  • le nozioni di base sulla gestione della disabilità.

Gli argomenti dei corsi per l’area B (profilo di infermiere, guardarobiere, cuoco) riguardano:

  • gli obiettivi, gli strumenti e le funzioni dell’autonomia scolastica;
  • il proprio ruolo nell’organizzazione scolastica;
  • la qualità del servizio;
  • il supporto tecnico e la gestione dei beni;
  • la rilevazione dei rischi e delle condizioni igienico-ambientali.

Ruolo del DSGA nella formazione del personale ATA

Il profilo professionale del Direttore SGA afferma, tra tutte le specifiche competenze, il ruolo determinante di questa figura nei confronti del personale ATA sottordinato dal punto di vista del coordinamento e del trasferimento di conoscenze di norme e procedure.

L’art. 66 del CCNL 29/11/2007, confermato dal CCNL vigente del 19/04/2018 e dall’ipotesi di CCNI del 19/11/2019, individua nel Direttore SGA la figura competente alla predisposizione del piano di formazione del personale ATA allegato al piano delle attività e parte integrante del complessivo piano di formazione del personale della Scuola.

Il Direttore SGA quindi dovrà conoscere il grado di preparazione del personale sottordinato in relazione alle tipologie di ufficio o reparto in cui sarà inserito.

Dovrà inoltre prevedere sessioni di addestramento per varie procedure da effettuare e di approfondimento delle nuove normative introdotte in cui sarà egli stesso l’esperto formatore del proprio personale ATA. Per conoscere i bisogni formativi il Direttore SGA potrà sottoporre al personale dei questionari da compilare dal cui esame potranno emergere esigenze e bisogni di approfondimento di tante tematiche.

Questi bisogni formativi si tradurranno in programmi di corsi specifici ai quali il personale di ogni singola scuola o di reti potrà accedere.

La formazione in rete è uno strumento vincente soprattutto per la soluzione di quei bisogni formativi trasversali di tante scuole collocate, ad esempio, nello stesso ambito territoriale. Tuttavia, per esigenze particolari e per bisogni formativi specifici sarà necessario organizzare la formazione per ogni singola scuola.

L’ipotesi di CCNI sulle risorse a disposizione sulla formazione del personale recepisce tali esigenze e permette alle scuole di utilizzare direttamente fondi per attività formative specifiche e per quelle trasversali in rete.

Di seguito si propongono varie tematiche di approfondimento per i vari profili professionali a seguito delle esperienze fatte negli anni precedenti dopo un’attenta analisi dei bisogni formativi:

Area di formazione Collaboratori scolastici
  • L’accoglienza e la vigilanza e la comunicazione
  • L’assistenza agli alunni con disabilità
  • La partecipazione alla gestione dell’emergenza e del primo soccorso
Area di formazione Assistenti Amministrativi
  • II servizio pubblico: dalla cultura dell’adempimento alla cultura del risultato
  • I contratti e le procedure amministrativo-contabili (fatturazione elettronica, gestione della trasparenza e dell’albo on-line, protocolli in rete, neoassunti ecc.)
  • Le procedure digitali sul SIDI
  • La gestione delle relazioni interne ed esterne
  • Le ricostruzioni di carriera e i rapporti con le ragionerie territoriali
Area di formazione Assistenti Tecnici
  • La funzionalità e la sicurezza dei laboratori
  • La gestione dei beni nei laboratori dell’istruzione scolastica
  • La gestione tecnica del sito web della scuola
  • Il supporto all’attività didattica per la propria area di competenza
  • La collaborazione con gli insegnanti e con i D.S. nell’attuazione dei processi di innovazione dell’Istituzione scolastica
Area di formazione DSGA
  • Autonomia scolastica: dalla cultura dell’adempimento alla cultura del risultato
  • La gestione del bilancio della scuola e delle rendicontazioni
  • Le relazioni sindacali
  • La nuova disciplina in materia di appalti pubblici (D.Lgs. 50/2016) e gli adempimenti connessi con i progetti PON
  • La gestione delle procedure di acquisto attraverso il mercato elettronico (acquistinretepa.it);
  • La disciplina dell’accesso alla luce delle recenti innovazioni normative (Trasparenza, FOIA ecc.; D.Lgs. 33/2013 e successive modificazioni);
  • La gestione dei conflitti e dei gruppi di lavoro
  • Il proprio ruolo nell’organizzazione scolastica e la collaborazione con gli insegnanti e con il Dirigente scolastico nell’ambito dei processi d’innovazione della scuola (organico dell’autonomia, piano nazionale di scuola digitale, PTOF, RAV ecc.)
  • La gestione amministrativa del personale della scuola

Conclusioni

La scuola in questi ultimi anni sta vivendo un periodo difficile per il ricambio generazionale dei suoi operatori. Quest’anno circa 2.000 nuovi Dirigenti scolastici hanno raggiunto sedi scolastiche che aspettavano con ansia un Dirigente completamente dedicato, mentre ancora moltissime scuole non hanno un Direttore SGA titolare.

Con il nuovo anno scolastico arriveranno anche i nuovi Direttori SGA vincitori di concorso e altri 1.000 Dirigenti scolastici nominati in seconda battuta. Intanto anche il personale di segreteria si sta rinnovando dopo i numerosi pensionamenti della Quota 100. Un terreno fertilissimo quindi, dove la formazione sarà la vera leva del rinnovamento responsabile e del miglioramento continuo.

Le scuole potranno disporre di un budget individuale per organizzare al meglio i percorsi di formazione più rispondenti alle proprie esigenze. Nella speranza poi che lacci e lacciuoli burocratici per l’individuazione di esperti all’altezza si sciolgano e procedure negoziali complesse vengano semplificate, ci accingiamo a vivere il prossimo 2020 all’insegna dell’impegno e dell’innovazione sostenuti da adeguata formazione.

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