Il 2013 sarà l’ultimo anno di vita del programma di apprendimento permanente (Lifelong Learning Programme) prima di essere sostituito dal nuovo Erasmus for All per il settennio 2014-2020, per cui alcune delle priorità strategiche indicate ora dalla Commissione Europea anticipano il futuro, e sono volte a costruire un raccordo solido e coerente per agevolare la transizione tra i due programmi.
Nell’invito generale a presentare proposte, la Commissione Europea delinea il quadro dell’attuale contesto politico generale e indica alcune priorità strategiche da mettere in atto:
Nell’attuale situazione economica l’Unione europea deve affrontare la duplice sfida di consolidare le finanze pubbliche in un contesto di crescita zero o molto bassa e allo stesso tempo promuovere l’eccellenza dei sistemi d’istruzione e di formazione per attrezzare gli individui con l’ampia gamma di conoscenze, capacità e competenze necessaria per adattarsi costantemente a un mercato del lavoro in rapida evoluzione e sempre più competitivo nel breve e nel lungo periodo [...].
La massima priorità del programma di apprendimento permanente (LLP) consiste nel rafforzare il contributo dell’istruzione e della formazione alle priorità e agli obiettivi principali della strategia Europa 2020, la strategia di crescita dell’Unione per il prossimo decennio in modo da promuovere la crescita basata sulle conoscenze come fattore di ricchezza [...].
L’istruzione e la formazione rivestono un ruolo chiave per conseguire le priorità fissate nella strategia Europa 2020 che, tra i suoi cinque obiettivi principali, mira a ridurre il tasso di abbandono scolastico sotto il 10% e a raggiungere almeno il 40% delle persone tra 30 e 34 anni che hanno completato l’istruzione secondaria superiore (o equivalente).
È di tutta evidenza che le istituzioni scolastiche non possono sottrarsi dal fare la loro parte in questa sfida di vitale importanza per le future generazioni e, benché abbiano conosciuto tempi migliori e contesti più motivanti, a sommesso parere di chi scrive, hanno il dovere e la necessità di mettersi in moto anche per attingere a quei 1.276 milioni di euro che – detto brutalmente – il programma di apprendimento permanente mette sul piatto.
Il progetto
Per formulare un progetto che abbia buone probabilità di successo è importante tenere in considerazione alcuni aspetti determinanti della progettazione medesima, primi tra tutti la conoscenza degli obiettivi generali e specifici dell’azione.
Un buon progetto, sia di mobilità sia di partenariato, è:
- coerente (coerenza tra problemi, soluzioni, attività e risorse);
- semplice (sia negli obiettivi che negli approcci indicati);
- motivato (con analisi della situazione ex ante e dello stato dell’arte);
- chiaro (indicazione dei bisogni, della proposta, del risultati attesi);
- rigoroso nella pianificazione (quali attività, quando per quanto tempo, con quali risorse);
- esplicito (nessuna informazione va data per scontata, se non è indicata può non essere nota);
- circoscritto (il progetto non risolve le questioni mondiali, ma un problema specifico).
Per quanto riguarda il gruppo dei partner che si costituisce per presentare il progetto, va tenuto presente che:
- per trovare i partner è importare scandagliare le proprie reti di conoscenze, anche derivanti da eventuali progetti precedenti (ideali le relazioni E-twinning), oppure utilizzare i programmi di Cerca Partner;
- essenziale per una buona riuscita del progetto è il coinvolgimento di tutti i partner fin dalle fasi iniziali di ideazione e progettazione;
- chi si avvicina per la prima volta a questa esperienza è opportuno che non svolga il ruolo di coordinatore, ma di partner.
La stesura del progetto richiede alcuni step importanti (vedi Raccomandazioni tratte da “Submission and selection procedures 2013” di Gillian McLaughlin – EACEA):
- dedicare il tempo necessario a capire come è strutturato il formulario (modello di domanda);
- essere certi che il progetto ipotizzato rientra in una specifica azione del programma LLP;
- concordare con i partner tutte le fasi del progetto e i ruoli di ciascuno;
- scrivere e rivedere con cura i testi progettuali;
- ricordare che i partner che offrono bassa qualità di coinvolgimento nell’elaborazione del progetto difficilmente contribuiranno validamente alla sua realizzazione;
- ricordarsi che si tratta di un processo che richiede del tempo dedicato da parte del gruppo di progetto;
- non aspettare l’ultimo minuto dell’ultimo giorno prima di inviare la domanda.
Il formulario va inviato on-line, poi stampato, firmato dal Dirigente scolastico e inoltrato all’Agenzia Nazionale entro le scadenze previste per ciascuna azione.
La selezione dei progetti e l’aggiudicazione dei finanziamenti tengono conto di:
- criteri formali di ammissibilità (completezza della modulistica e rispetto della tempistica);
- criteri formali di esclusione (es. dichiarazioni false);
- criteri qualitativi di selezione (capacità tecnica, capacità finanziaria);
- criteri qualitativi di aggiudicazione (carattere innovativo, valore aggiunto a livello europeo, impatto dei risultati, disseminazione...).
Una volta approvato e finanziato, il progetto seguirà le sue normali fasi di vita. La prima è la fase contrattuale, che consiste nella convenzione di assegnazione delle risorse da deliberare in Consiglio di Istituto. Segue poi l’implementazione del progetto, con l’avvio del periodo di ammissibilità delle spese e delle attività progettuali, il monitoraggio e l’invio report in itinere, e infine la conclusione delle attività e rendiconto finale (on-line e cartaceo). Dopo queste fasi è prevista anche la disseminazione dei risultati e loro inserimento nella banca dati EST.
Non è molto confortante la parabola discendente della percentuale di candidature approvate negli ultimi quattro anni, rispetto a quelle presentate, ma questo è un motivo in più per lavorare duro in modo da superare la crisi (da A. Einstein, “The World As I See It”, Living Philosophies (pp. 3-7) New York: Simon Schuster, 1931).