Anche grazie alla collaborazione e alla riflessione condotta con i numerosi colleghi Dsga e Dirigenti scolastici incontrati durante i seminari del Progetto IO CONTO, vorrei evidenziare alcune criticità in merito ai 500 euro erogati ai docenti per l’autoformazione.
La prima è di tipo qualitativo: perché il bonus è stato assegnato solo ai docenti? I Dirigenti scolastici e il personale ATA, in particolare il personale di Segreteria e gli Assistenti Tecnici, non hanno forse il diritto/dovere di aggiornarsi per stare al passo con tutte le novità che si devono affrontare?
Penso alla digitalizzazione e conseguentemente a tutto quello che concerne la formazione sull’uso dei software gestionali e di scrittura, database, persino i social network.
Penso alla formazione giuridico-amministrativa-contabile che le scuole richiedono per organizzare al meglio i servizi.
Penso anche alla formazione linguistica che in una società multietnica come la nostra dovrebbe essere più curata per poter rispondere al meglio all’esigenza dell'utenza straniera e per poter consentire agli ATA di collaborare con i docenti per la realizzazione dei Progetti Erasmus Plus, destinati a tutto il personale e, purtroppo, utilizzati al minimo dal personale ATA proprio per le difficoltà linguistiche.
La seconda è di tipo tecnico: non sarebbe più utile per il MIUR organizzare uno spazio su Istanze On Line nel quale il singolo docente possa registrare le proprie spese su una scheda e allegare, scansionando, le proprie pezze giustificative? Non sarebbe più opportuno, anche per agevolare il controllo dei Revisori dei Conti che potrebbero avere accesso ai dati tramite il web?
Le Segreterie, a questo punto, hanno il neanche tanto remoto sospetto di poter essere coinvolte in un ciclone di lavoro da svolgere nel caso ci fosse la necessità di inserire a sistema tutti i dati: sarebbe un’attività che, oggi come oggi, potrebbe far collassare alcune segreterie che non hanno a disposizione le risorse umane necessarie per farlo.
La terza è di merito e riguarda la valutazione dei processi. Se gli indirizzi del MIUR e dello Stato, in generale, convergono verso la valutazione dell’efficacia, dell’efficienza e dell’economicità dei processi, mi chiedo come sia possibile:
- verificare l’efficacia del processo formativo del docente: un docente che si forma e che apprende nuove conoscenze e sviluppa nuove competenze grazie all’attività di formazione, come viene valutato?
- verificare l’impatto sulla classe, sugli studenti, a livello di comunità scolastica e, perché no, a livello locale e anche più ampio: un docente che impara nuove metodologie come può dimostrare l’efficacia della sua azione formativa sulla ricaduta nell’ambiente in cui opera?
- verificare l’efficienza, ossia il rapporto costi/benefici: come può lo Stato, che eroga la sovvenzione, verificare che il contributo sia stato speso in maniera coerente e finalizzata agli obiettivi formativi e ai reali bisogni del docente e degli studenti?
Tutto il processo di formazione dovrebbe riguardare un’analisi accurata e dettagliata dei bisogni formativi collegati all’ambiente in cui si opera. Dai bisogni dei docenti e dall’analisi delle necessità dell’utenza nasce un vero e proprio piano formativo, nel quale sono dettagliati gli obiettivi specifici. Gli obiettivi formativi sono raggiunti attraverso delle attività alle quali si connettono i risultati: a tutto il processo va affiancato, come processo trasversale, un monitoraggio e un controllo attento e puntuale per la verifica del raggiungimento degli obiettivi, attraverso un cruscotto di indicatori chiaro e specifico.
Ebbene, oltre a mancare tutto questo nell’erogazione del bonus ai docenti, manca anche tutto il processo che deve dimostrare l’impatto sulla scuola e come avverrà la disseminazione e la valorizzazione dei risultati.
Con il bonus docenti così erogato non si misura né l’efficacia, né l’efficienza, né l’economicità, come dovrebbe essere, dimostrando ancora una volta che in Italia non abbiamo ancora acquisito il corretto modus operandi che permetterebbe di spendere bene i soldi pubblici e dimostrarne la loro vera utilità.
Forse, piuttosto che assegnare il bonus ai docenti, sarebbe stato più opportuno realizzare una mappatura dei bisogni dei docenti e dell’utenza, per poi assegnare alle scuole una somma da spendere nell’organizzazione dei corsi formativi e nell’acquisto di strumenti/beni/eventi; ciò avrebbe garantito una controllata ricaduta sulla scuola stessa e su tutti i suoi fruitori. Ma così, ahimè, non è stato…