Se mai ce ne fosse stato bisogno, adesso la Scuola ha un nuovo agente portatore (non sano) di confusione, individuale e collettiva, ma soprattutto regionale: il nuovo coronavirus.
Sabato scorso la Ministra dell’Istruzione, la quale non più tardi di una decina di giorni prima aveva affermato che “andare a scuola è un diritto dei bambini. Le paure sono infondate” e che “il coronavirus non è un problema scolastico ma sanitario”, a seguito dell’esplosione del contagio in alcuni Comuni lombardi e veneti, annunciava su FB la sospensione delle uscite didattiche e dei viaggi di istruzione delle scuole in Italia e all'estero come misura precauzionale.
Il giorno dopo, domenica 23, entrava in vigore il decreto-legge 23 febbraio 2020, n. 6 avente per oggetto “Misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19” che all’art. 1 c.2 disponeva, tra l’altro, la "chiusura dei servizi educativi dell'infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, corsi professionali, master, … salvo le attività formative svolte a distanza”.
Contestualmente erano pubblicati il DPCM attuativo del D.L. e l’O.M. contingibile e urgente n. 1 del Ministero della Salute, emanata d’intesa con i Presidenti di alcune Regioni Italiane, che – entrambi - riportavano alla lettera le medesime disposizioni sulle quali fin da subito è sorto qualche punto interrogativo…
Infatti, chi ha una qualche idea del funzionamento del sistema scolastico sa, in linea di massima, che “chiusura della scuola” e “sospensione dell’attività didattica” non sono esattamente la stessa cosa e ignora forse il significato del neologismo “chiusura dei servizi educativi” che, volendo essere pignoli, non sono “servizi generali e amministrativi”.
Per tradurre in italiano: solo studenti e docenti a casa o anche DS, DSGA e personale ATA?
La questione sembra essere di lana caprina, tant’è vero che richiede spiegazioni ulteriori da parte dei Presidenti interessati, le quali – poteva essere diversamente? - essendo soggettive risultano anche diverse.
Di conseguenza, per alcuni la “chiusura dei servizi educativi” significa – tout court - chiusura completa delle scuole con esonero dal servizio di tutto il personale; per altri invece il significato si limita alla sospensione dell’attività didattica, con Uffici aperti e funzionanti.
Qualcuno pubblica delle FAQ: Le scuole si intendono chiuse anche per il personale amministrativo e tecnico? Sì
Altri offrono un’interpretazione autentica, prospettando una terza via: “La ratio delle misure urgenti disposte per il settore scolastico è conforme all’esigenza complessiva di evitare raggruppamenti di persone in luoghi chiusi o aperti, come avviene per la frequenza delle lezioni da parte di alunni e studenti di ogni età. Nessuna misura restrittiva pertanto è stata disposta relativamente al lavoro negli Uffici dell’amministrazione pubblica, fermo restando il divieto di consentire la concentrazione di persone in luoghi chiusi o aperti, a qualsiasi fine, compreso l’eventuale ricevimento massivo del pubblico”. Segreterie aperte dunque, ma non al pubblico.
Ora, lasciando da parte esercizi di stile letterario su avvenimenti importanti e delicati che richiedono decisioni e provvedimenti ad horas, non si può non tenere presente che – nel settore dei servizi amministrativi, che sembrano anch’essi essere sospesi in alcune Regioni per almeno una settimana - vi sono alcune scadenze imminenti per le quali varrebbe forse la pena che chi di dovere pensasse a un rinvio, e precisamente:
- 7 marzo (anzi 9, perché il 7 cade di sabato): termine per il rilascio e trasmissione all’Agenzia delle Entrate delle Certificazioni Uniche per i redditi erogati nel 2019
- 15 marzo: termine per la predisposizione del Conto Consuntivo 2019 da parte del DSGA (detto per inciso, primo consuntivo con le nuove regole e il nuovo piano dei conti)
- 16 marzo: trasmissione F24 per imposte e oneri relativi a pagamenti mese di febbraio.
Bisogna dire che il MEF ha testé disposto un decreto di proroga termini delle Zone Rosse, sospendendo i termini dei versamenti e degli adempimenti tributari nei confronti delle persone fisiche e soggetti diversi (?) con sede legale nel territorio di 10 Comuni lombardi e di 1 veneto. E gli altri? Aspettiamo fiduciosi.
Altrettanto fiduciosi, nonostante la balcanizzazione da virus della scuola italiana, aspettiamo – almeno - che arrivino nelle scuole i nuovi DSGA, benché un USR abbia già comunicato che “i lavori della Commissione giudicatrice del concorso DSGA sono stati sospesi fino a data da destinarsi”.
Nel frattempo, e considerato che già qualche illuminato DS ha organizzato una didattica in modalità MOOC, classi virtuali, FAD, smart working per tutti gli allievi, perché non provare a mettere in pratica, anche con modalità perfettibili, quanto previsto dal CAPO XIII del CCNL Scuola 2006/2009 e dalla Legge 7 agosto 2015, n. 124 art. 14 comma 1, magari utilizzando alcuni strumenti del PNSD come il BYOD? Sempre per tradurre in italiano, significa Telelavoro e Piano Nazionale Scuola Digitale - Azione #6 - Linee guida per politiche attive di BYOD (Bring Your Own Device), cioè lavorare da casa con il proprio pc.
Alcuni già lo fanno, informalmente, eppure ci abbiamo destinato un sacco di risorse per lasciare che sia solo teoria. O volontariato.