Con la nota prot. n. 35 del 7/01/2016 il Miur ha fornito le prime indicazioni alle scuole per la formazione in servizio del personale nell'ambito del quadro normativo determinato dalla legge 107/2015, in particolare dai commi 121-125.
Con la Buona Scuola la formazione in servizio diventa "obbligatoria, permanente e strutturale" e sarà supportata con l'incremento dei fondi destinati alla formazione, sia in forma di carta elettronica per i singoli docenti, sia come risorse per l'organizzazione delle attività formative.
Il Piano Nazionale di Formazione sarà la sede formale degli impegni di sistema in materia di formazione in servizio, per il primo triennio 2016-2018. La sua elaborazione è in corso e sarà adottato con Decreto del Ministro.
A partire dal 2016, il Miur metterà annualmente a disposizione delle scuole, singole o associate in rete, risorse certe per accompagnare le politiche formative di istituto e di territorio. Sono in fase di predisposizione alcune linee di azione nazionali, mirate a coinvolgere un numero ampio di docenti nei seguenti temi strategici:
- le competenze digitali e per l'innovazione didattica e metodologica;
- le competenze linguisitiche;
- l'alternanza scuola-lavoro e l'imprenditorialità;
- l'inclusione, la disabilità, l'integrazione, le competenze di cittadinanza globale;
- il potenziamento delle competenze di base, con particolare riferimento alla lettura e comprensione, alle competenze logico-argomentative degli studenti e alle competenze matematiche;
- la valutazione.
Le iniziative di fonnazione saranno sostenute da diverse fonti di finanziamento. Tra queste, le risorse a valere sulla legge 107, le risorse PON - FSE e altri finanziamenti MIUR, come quelli previsti dalla ex-legge 440. Sarà cura del MIUR fornire un quadro esaustivo e coordinato delle diverse filiere progettuali e finanziarie che potranno completare il quadro delle risorse a disposizione di ogni scuola, sia direttamente che indirettamente, tramite partecipazione a piani nazionali.
Le iniziative, ai diversi livelli, si riferiranno ai docenti, al personale Ata e ai Dirigenti scolastici.
Un nuovo format per le attività formative
Il Piano Nazionale di Formazione, in fase di elaborazione, porrà l'enfasi sull'innovazione dei modelli di formazione.
Non si tratta infatti di obbligare i docenti a frequentare per un certo numero di ore corsi di aggiornamento routinari e basati essenzialmente su conferenze, ma di impegnarli in percorsi significativi di sviluppo e ricerca professionale, che li veda soggetti attivi dei processi.
Le migliori esperienze formative, da conoscere e da valorizzare, già mettono a disposizione un repertorio di metodologie innovative (laboratori, workshop, ricerca-azione, peer review, comunità di pratiche, social networking, mappatura delle competenze, ecc.), con un equilibrato dosaggio di attività in presenza, studio personale, riflessione e documentazione, lavoro in rete, rielaborazione e rendicontazione degli apprendimenti realizzati.
In coerenza con questa pluralità di modalità, il MIUR, le scuole e i responsabili delle diverse iniziative individueranno sistemi e modalità per il monitoraggio della qualità e dell'efficacia delle attività formative svolte dai docenti. In sostanza, si intende privilegiare la documentazione degli esiti della formazione. Questa prospettiva implica la progressiva costruzione di un sistema di autovalutazione della propria formazione, di validazione delle esperienze svolte, di sistemazione degli esiti verificati in un portfolio personale del docente, che si arricchisce progressivamente nel corso del triennio del piano fonnativo di istituto e di quello nazionale. A titolo esemplificativo, nei percorsi per la formazione dei docenti neo-assunti è già prevista la elaborazione di un portfolio in formato digitale.
Formazione e POF triennale
Il piano di istituto dovrebbe contenere la previsione di massima - pluriennale - delle azioni formative da rivolgere, anche in forme differenziate, a:
- docenti neo-assunti (con impegno a far "crescere" l'attenzione ai processi interni di accoglienza e prima professionalizzazione);
- gruppi di miglioramento (impegnati nelle azioni conseguenti al RAV e al PdM);
- docenti impegnati nello sviluppo dei processi di digitalizzazione e innovazione metodo logica (nel quadro delle azioni definite nel PNSD);
- consigli di classe, team docenti, personale comunque coinvolto nei processi di inclusione e integrazione;
- insegnanti impegnati in innovazioni curricolari ed organizzative, prefigurate dall'istituto anche relativamente alle innovazioni introdotte dalla legge 107/2015;
- figure sensibili impegnate ai vari livelli di responsabilità sui temi della sicurezza, prevenzione, primo soccorso, ecc. anche per far fronte agli obblighi di formazione di cui al D.lgs. 81/2008.
Ogni docente parteciperà alle azioni formative, deliberate dal Collegio dei docenti nell'ambito del POF triennale, anche in una logica di sviluppo pluriennale.
Quali iniziative
Il piano della singola istituzione scolastica e quindi il quadro delle opportunità offerte ai docenti, può certamente comprendere iniziative formative promosse dalle reti di scuole di un territorio (o da altre modalità aggregative), in favore di particolari categorie di docenti, anche per far fronte a specifiche e mirate esigenze professionali (aree disciplinari, progetti innovativi, priorità socioculturali, ecc.).
Il piano potrà inoltre incentivare la propensione dei docenti a costruirsi percorsi personali di sviluppo professionale, prendendo atto della partecipazione ad azioni formative intensive e prolungate, come quelle richieste dall'introduzione di innovazioni nell'ordinamento o dalla acquisizione di competenze in vista dell'assunzione di nuove responsabilità all'interno del sistema scolastico.
È anche auspicabile che in questo sistema in costruzione siano pienamente valorizzati il ruolo delle associazioni professionali e disciplinari dei docenti, la collaborazione con il sistema universitario, il contributo di enti locali, fondazioni, istituti di ricerca, l'apporto di soggetti qualificati e accreditati, pubblici e privati e delle relazione sindacali sviluppate.