L'utilizzo dei permessi per fini diversi, così come la certificazione falsa, possono integrare gli estremi dei reati penali di falso e truffa.
Questo vale per tutte le tipologie di permessi, a maggior ragione per quelli richiesti per l'assistenza di un parente disabile, il cui costo grava sull'intera collettività.
La stampa e i media riportano spesso (e con un certo clamore) casi di dipendenti "beccati" a fare altro, anziché dedicarsi al sostegno della persona con disabilità.
A tale proposito, nel n. 49 di Sinergie di Scuola, Francesca Romana Ciangola, nell'articolo "Legge 104: gli abusi e la stretta sui controlli", si è occupata di permessi per assistere un parente o affine disabile grave, in particolare dal punto di vista del corretto utilizzo del permesso per la finalità per la quale viene richiesto.
L'autrice ha spiegato, in particolare, cosa può accadere se si richiede il permesso per assistere una persona disabile e si occupa invece quella giornata per fare altro (ad esempio, si va in vacanza). Ed ha illustrato quali sono gli strumenti che ha in mano il datore di lavoro, quindi il Dirigente scolastico per il personale della scuola, sia per verificare preventivamente se il dipendente ha diritto o meno al permesso, sia per un eventuale controllo successivo.