Un lavoratore che si infortuna gravemente sul lavoro ha diritto di chiedere e ottenere un cospicuo risarcimento per sé e per tutta la famiglia.
Infatti, non si può non tener conto del fatto che danni di questa entità provochino inevitabilmente uno sconvolgimento delle abitudini di vita che si ripercuote su tutta la sfera familiare.
Nel caso di specie, l’infortunato aveva riportato una grave invalidità all’80% che investiva anche la sfera sessuale. La moglie e le figlie hanno ottenuto il risarcimento dei danni non patrimoniali, mentre non è stata accolta l’ulteriore richiesta risarcitoria dei danni morali, benché i giudici abbiano evidenziato come “il danno alla sfera sessuale conseguita all’infortunio è stata fonte di sconvolgimento delle abitudini di vita in relazione all’esigenza di provvedere ai maturati gravi bisogni del familiari”.
L’invalidità in generale inoltre ha provocato una “corrispondente diminuzione del contributo relazione e di sostegno che a sua volta il familiare può offrire agli altri”.
Cassazione, Sez. Lavoro, n. 19517/2010