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Sono sette le aziende di Torino iscritte nel registro degli indagati per non avere valutato in modo corretto - è la tesi degli inquirenti - il rischio da stress del proprio personale. Tra le imprese coinvolte finora figurerebbe anche un museo.

Si tratta della prima inchiesta del genere avviata in Italia in materia di violazione dell'articolo 29 del Testo Unico sulla sicurezza del lavoro.

Il mancato rispetto del documento di valutazione del rischio - ha disposto la normativa - può arrivare a comportare l'arresto fino a otto mesi e ammende fino a 15 mila euro. Secondo le prime indiscrezioni trapelate, le indagini della Procura avrebbero evidenziato che il metodo di accertamento seguito dalle imprese (quelle controllate dalle Asl) non fornirebbe un quadro reale della situazione, perché basato solo su alcuni parametri. Una parzialità nell'approccio che avrebbe sottovalutato in modo evidente problemi e disagi denunciati, al contrario, dai lavoratori intervistati dai medici aziendali o dal personale incaricato.

A evidenziare questo punto è stata proprio una squadra di psicologi che, su incarico del pubblico ministero, ha esaminato e studiato i documenti di valutazione - bocciandoli tutti. Dal ministero del Lavoro sono state, così, fornite alle aziende delle indicazioni per lo svolgimento corretto dei test.

Fonte: www.inail.it

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