Si è svolta a Berlino nei giorni 17 e 18 novembre la conferenza finale del progetto finanziato dalla Commissione Europea e condotto congiuntamente dal CSEE (Comitato Sindacale Europeo per L’Educazione) e dalla EFEE (Federazione Europea dei Datori di Lavoro nel settore dell’Educazione) sul tema dello stress da lavoro correlato riguardante i docenti.
Da anni il CSEE è impegnato ad evidenziare le problematiche di salute e sicurezza concernenti il personale della scuola, spesso costretto a lavorare in condizioni strutturali ed ambientali non idonee. A partire dalle previsioni della Direttiva europea n.391 del 1989 sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, i partner sociali hanno sviluppato attraverso attività di ricerca e raccolta dati, seminari e confronti, un Accordo Quadro Europeo Intersettoriale sottoscritto dai rappresentanti delle parti sociali nel 2004 e, da ultimo, delle Linee guida intersettoriali sulla violenza subita da terzi nel luogo di lavoro (2010). L’interesse manifestato dai datori di lavoro per la tutela della salute e della sicurezza e la disponibilità a trovare soluzioni condivise rappresenta un importante passo in avanti per i lavoratori europei.
Lo stress indotto da fattori ambientali e strutturali è in tutte le istituzioni scolastiche europee un ostacolo alla realizzazione del lavoro dei docenti. Questo è quanto emerso dalle ricerche condotte in 499 scuole in Europa con la partecipazione di 5461 insegnanti di 30 Paesi differenti. In Italia le scuole partecipanti sono state 62. Lo stress da lavoro correlato nei docenti ha una ricaduta immediata sulla salute personale, ma soprattutto sulla qualità dell’insegnamento. Le dimensioni e il sovraffollamento delle classi, l’aumento costante del carico di lavoro e delle aspettative, l’aggressività di studenti e famiglie, la mancanza di partecipazione nelle scelte organizzative, i continui cambiamenti che riguardano i vari ordini di scuola, la precarietà del lavoro impediscono agli insegnanti di dare il meglio di sé molto più della presunta mancanza di preparazione. Nei Paesi più sensibili, dove le patologie indotte dallo stress non vengono usate per apporre un marchio disonorevole sul lavoratore, il datore di lavoro, sia esso ente locale o amministrazione centrale, si fa carico di definire ed attuare procedure di contenimento e di prevenzione dello stress. Un insegnante che lavora in condizioni psicologiche e strumentali accettabili si ammala di meno. Questo è un dato oggettivamente verificabile. Un dirigente attento al clima organizzativo della propria scuola realizza più facilmente gli obiettivi istituzionali del proprio mandato.
In conclusione, dopo aver esaminato e discusso i risultati del progetto, i partecipanti hanno approvato il Documento di orientamento politico del CSEE nel quale tutte le organizzazioni sindacali che lo compongono si impegnano a proseguire la battaglia affinché lo stress da lavoro correlato venga riconosciuto anche per il settore dell’educazione quale rischio importante per la salute dei lavoratori. Il CSEE si impegna altresì a continuare il confronto nella sede del Dialogo Sociale per il Settore dell’Educazione, a cui partecipa anche la UIL Scuola con un proprio rappresentante, e a livello di Unione Europea.
Fonte: Uil Scuola