Il mondo della scuola saluta con piacere la conferma di Sergio Mattarella al Quirinale. Non tanto per le ricadute sulla più alta carica dello Stato che, peraltro, ha scombinato i piani del Presidente, ma per il fatto che, in linea teorica, non dovrebbero esserci, almeno per un altro anno, ripercussioni sulla stabilità del Governo.
Stabilità necessaria per poter affrontare, oltre alla crisi pandemica e sociale, le necessità di programmazione e attuazione del PNRR, tra le cui voci la scuola è fortemente rappresentata e dalla attuazione di queste voci dipende il salto di qualità che la scuola vuole e deve fare.
Il PNRR è articolato in sei Missioni, che rappresentano le aree di intervento principali del Piano e sono: Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo; Rivoluzione verde e transizione ecologica; Infrastrutture per una mobilità sostenibile; Istruzione e ricerca; Inclusione e coesione; Salute.
Le risorse destinate all’istruzione, pari a 17,59 miliardi di euro, si articolano in 11 linee di investimento, 6 destinate alle infrastrutture e 5 alle competenze.
Una scommessa importante che il Ministero guidato da Patrizio Bianchi dovrà saper affrontare completando in primis la riorganizzazione (ancora in fieri) e assumendo le risorse umane necessarie. Oltre al PNRR, sono sul piatto i rinnovi contrattuali, la mobilità e gli esami di Maturità.
Occorre fare presto e bene.