Abbiamo il nuovo Governo. Abbiamo il nuovo Ministro.
Il Professor Valditara conosce già molto bene il Dicastero di Viale Trastevere. Dall’ottobre 2018 al dicembre 2019 ha ricoperto l’incarico di capo dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca del M.I.
Lascio la querelle sulla nuova denominazione del Ministero (Istruzione e Merito) agli eminenti pedagogisti e filosofi che hanno disquisito ed esplorato ogni angolo della faccenda, pervenendo ad una robusta bipartizione tra chi ritiene che il Merito di cui si parla sia l’obiettivo da raggiungere per tutti e chi, invece, ritenga che sia elemento di distinzione tra chi supportare e chi no, lasciando in panne i fragili sociali ed economici.
Polemiche a parte, è indubbio che la mole di dossier che il Ministro dovrà affrontare è davvero notevole.
In primis il problema atavico del precariato, appesantito in questi ultimi tempi dai vari algoritmi che minano da decenni il sistema nervoso di moltissimi docenti e personale ATA.
Vi è poi il contratto da rinnovare, dove si misura una distanza siderale tra le richieste sindacali e le proposte datoriali; ancora, le riforme legate al PNRR e le realizzazioni progettuali correlate allo stesso che vedono impreparate moltissime scuole in carenza di personale formato e supporti strumentali.
Il Ministro dovrà dare indirizzi su formazione e reclutamento e sulla mobilità.
Occorrerà mettere mano ai percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento (PCTO) che, sull’onda delle recenti tragedie, sono in cima alla lista delle rivendicazioni da parte della componente studentesca. E in questo senso dovrà riuscire a dialogare con gli studenti, al fine di evitare la politicizzazione degli scontri che già si intravedono.
Sul piano squisitamente politico, dovrà confrontarsi con i colleghi di coalizione per quanto attiene le spinte autonomiste tendenti a regionalizzare l’istruzione.
Insomma, un lavoro non facile attende il nuovo Ministro che dovrà prima di tutto circondarsi delle competenze necessarie, avendo dalla sua due caratteristiche distintive che mancavano agli ultimi Ministri: è Ministro di un Governo legittimamente e largamente scelto dai Cittadini e ha verosimilmente un orizzonte temporale di azione di cinque anni.
Non poca cosa. Buon lavoro!