Viaggiare è un’esperienza che piace: c’è l’emozione della partenza, c’è l’immaginazione del posto che si va a visitare, c’è il sogno di qualcosa di nuovo e di irripetibile che si andrà a vivere.
Il viaggio, se poi è vissuto in un’esperienza di mobilità europea, è ancora più bello. Perché non è solo viaggiare, non è solo vedere luoghi diversi: è entrare nella cultura del posto, è vivere nella comunità locale, vedere scuole, ambienti educativi, è confrontarsi con colleghi di altre culture.
È scambiarsi le buone pratiche e crescere insieme, è guardare dentro le procedure, le strategie, le metodologie che sono l’espressione dei popoli, dei loro valori e delle loro mission.
Ho iniziato a partecipare ad una visita di Studio nel 2002: allora si chiamavano Arion e rientravano nel vecchio programma Socrates.
Francia, Digne les Bagnes: una visita sulle strategie di comunicazione nelle scuole di montagna. Già allora si parlava di reti e di collegamenti tra scuole. Poi, nel 2006, Caen, sempre in Francia: visita sui sistemi educativi europei, assonanze e differenze. Quella visita per me è stata determinante perché ho scoperto che avrei potuto organizzarne una anche io: ho preso coraggio e, con forza di volontà, ne ho organizzata una nel 2010 e poi altre due nel 2011 e nel 2012, su consiglio del Preside francese organizzatore della visita. L’argomento prediletto è quello dell’uso delle ICT nell’educazione formale, informale e non formale, considerati i miei interessi, il mio background e l’esperienza positiva della mia scuola.
Essere organizzatore di StudyVisit richiede un forte impegno e uno sforzo fisico non indifferente, ma alla fine si è ripagati dalla soddisfazione che i partecipanti esprimono attraverso il report finale, e dalle innumerevoli proposte positive di miglioramento che si apprendono durante l’esperienza.
Nel 2008 sono stata a Patrasso, in Grecia: uso delle ICT e del portfolio digitale per l’insegnamento delle lingue straniere e per gli adulti.
Nel 2010 in Svezia, a Boden, ho approfondito il rapporto tra docenti e studenti nelle scuole scandinave, in un contesto davvero interessante.
Nelle visite di studio si respira sempre un’aria di collaborazione e di voglia di imparare: si mettono da parte gli stereotipi e i pregiudizi e si è parte del mondo, parte di un’Europa che si vuole sostenere partendo dal basso. Ed è forse quello il vero tessuto europeo, quello dove le persone che lavorano nell’educazione cercano attraverso il confronto e la discussione, sistemi di miglioramento che diano un valore aggiunto alle nostre scuole.
Rimandi ai progetti
- StudyVisit
- Formazione Comenius
- Formazione Grundtvig
- Your Europe, Your Say
Ma il confronto non è abbastanza: anche la preparazione e la formazione professionale hanno un valore inestimabile. Il mio primo corso di formazione è stato nel 2007, a Malta. Il contenuto riguardava l’intelligenza emotiva di Goleman: ho pensato che forse avevo sbagliato a frequentare un corso dove i componenti erano docenti e io ero l’unica rappresentante del mondo amministrativo. Presto però ho capito che quel corso era fondamentale per me: perché non tener conto dell’intelligenza emotiva anche nel mio ambiente di lavoro?
Nel 2010 ho partecipato ad un corso sul cooperative learning in ambiente multiculturale in Islanda, a Borgarnes, dove ho lavorato, con altri colleghi, sull’importanza del team working e delle dinamiche all’interno di esso.
Nel 2012, a Larnaca – Cipro, ho vissuto un’esperienza formativa eccezionale: ho avuto la possibilità di frequentare un corso di progettazione europea con uno dei massimi progettisti europei, valutatore anche a Bruxelles.
Ho anche partecipato a esperienze non rientranti nel Programma LLP – Lifelong Learning Programme:
- Learning week, in Polonia: una settimana sull’ambiente, organizzata dalla Regione Lombardia, con una classe terza del Liceo Scientifico;
- Your Europe, Your Say: la nostra scuola è stata selezionata per partecipare alla redazione di emendamenti da presentare al Comitato Economico Europeo a Bruxelles, con una delegazione formata da tre ragazzi e un’insegnante.
Ora sono pronta per partire per Riga, in Lettonia: il corso è specifico sulle ICT, uso di piattaforme e-learning e social network.
Tutte queste esperienze formative, che siano rientranti nelle Visite di Studio o nei corsi di formazione Comenius/Grundtvig, mi hanno dato la possibilità di:
- accrescere le mie capacità comunicative e relazionali, anche di fronte a platee di persone che ascoltavano i miei interventi;
- migliorare le mie competenze informatiche, sia per la predisposizione delle presentazioni che dovevo preparare per la dissertazione, sia osservando le scuole, i sistemi e le preparazioni dei singoli colleghi;
- conoscere più a fondo i sistemi educativi europei, raccontati dalle persone provenienti dai diversi Paesi con esempi concreti di gestione e di organizzazione;
- migliorare le mie competenze linguistiche sia nella lingua francese sia in quella inglese, che ora comprendo e parlo in maniera molto più fluente di prima;
- comprendere la cultura di Paesi diversi, sia rispetto a quella degli ospitanti, che si ha l’opportunità di visitare, sia di quelli dei colleghi partecipanti che portano con sé un pezzetto del loro Paese;
- creare un network veramente interessante per costruire progetti europei che mi hanno permesso di aumentare la dimensione europea nella mia scuola;
- disseminare le esperienze nella mia scuola, con il gruppo di lavoro con il quale condivido i risultati di ogni visita;
- avere tanti amici in Europa, con i quali riusciamo ad avere relazioni anche dopo gli incontri nelle attività formative;
- aprire la mia mente, essere più indipendente e più pronta per accettare le diversità, considerandole davvero una grande risorsa;
- costruire partenariati nella mia scuola, che sono stati anche premiati a livello europeo.
Vivere queste esperienze aiuta davvero a capire che è importante confrontarsi per uscire dalla propria autoreferenzialità e per pensare globalmente, in una società che ha bisogno di rafforzarsi attraverso i legami sociali.
L’Europa siamo noi: dobbiamo partecipare, lasciamoci contagiare da questo virus!