Bulletti a fumetti, un opuscolo realizzato da una scuola sul tema del bullismo
Bullismo, serve ancora parlarne? È questa la domanda che si sono poste Erika Centomo, illustratrice, formatrice, sceneggiatrice di fumetti e film d’animazione, e Licia Coppo, pedagogista, formatrice, counsellor, che, insieme alla Associazione Partecipare Conta, hanno proposto alla scuola secondaria di primo grado di Nus (AO) un progetto nell’ambito del bando “Progetti a favore delle giovani generazioni‚ seconda edizione”‚ promosso e finanziato da Fondazione Comunitaria della Valle d’Aosta.
Da questo progetto è nato l’opuscolo “Bulletti a fumetti”, che raccoglie le immagini elaborate dai ragazzi sul tema del bullismo.
Perché utilizzare proprio il fumetto?
Il fumetto è una forma di narrazione che sposa due discipline, la scrittura e il disegno ed è grazie a questo connubio che riesce a veicolare anche quei messaggi che altrimenti risulterebbero ostici o poco interessanti, suscitando l’interesse del lettore attraverso le immagini.
In questo senso, quindi, il fumetto può raccontare ai ragazzi che cos’è il fenomeno del bullismo con un linguaggio non retorico e a loro comprensibile.
Il processo funziona anche nell’altra direzione, ovvero, quando si vuole che siano i ragazzi a raccontare qualcosa di loro stessi. L’immagine disegnata, infatti, permette di raccontarsi con leggerezza e, visto che il lato emotivo risiede nello stesso emisfero cerebrale delle attività creative, il disegno, volente o nolente, si porta dietro anche le emozioni, rendendone più semplice la decodificazione da parte degli adulti.
Inoltre, per elaborare le informazioni apprese in modo da trarne materia per la creazione di storie nuove e personali, i ragazzi devono aver compreso a fondo l’argomento per poi calarsi nei panni dei protagonisti dei loro racconti, sviluppando una forma di empatia che permetta di rendere più verosimili ed efficaci le narrazioni disegnate.
“Con questo metodo – spiegano le due formatrici - i racconti vedono i ragazzi diventare protagonisti oltre che autori, creando uno strumento valido per nuovi lettori che facilmente si riconosceranno nelle storie create dai coetanei. Il progetto è stato appagante per i ragazzi che lo hanno vissuto, perché hanno potuto trovare un canale nuovo o originale per parlare di bullismo. Spesso una storia costruita in gruppo e tradotta in una striscia di fumetto consente di riflettere e rielaborare un’esperienza in modo più efficace di mille parole pronunciate da un adulto. Ed è stato molto gratificante per noi formatrici, che abbiamo avuto la conferma di quanto empowerment ci sia nei ragazzi, di quanta sensibilità e creatività abbiano, se solo qualcuno dà loro lo spazio per coltivarla e farla emergere. Con questo progetto abbiamo provato e gettare dei semi in quel terreno, con l’ambizione che abbia generato nuovi frutti e stimolato la capacità di generare benessere nelle relazioni scolastiche. Che poi, alla fine, non è quello che desideriamo tutti per i nostri ragazzi a scuola?”.
Per informazioni sul progetto: erikacentomo2@gmail.com