Il nostro non è un paese “a misura di bambino”, ma ancor meno “a misura di bambine”. Le profonde disuguaglianze che segnano il nostro Paese sin dai primi anni dell’infanzia dei bambini sono chiaramente visibili nell’XI Atlante dell’infanzia a rischio, pubblicato da Save The Children in occasione della Giornata mondiale dell’Infanzia e dell’Adolescenza che si celebra il 20 novembre.
Circa 1 milione e 140 mila ragazze tra i 15 e i 29 anni rischiano, entro la fine dell’anno, di ritrovarsi nella condizione di non studiare, non lavorare e non essere inserite in alcun percorso di formazione, rinunciando così ad aspirazioni e a progetti per il proprio futuro.
Gli effetti della pandemia sul futuro dei minori in Italia rischiano di essere ancora più pesanti sulle bambine e sulle ragazze. Un divario di genere, alimentato da diseguaglianze sistematiche e ampiamente diffuse nel nostro Paese, che non accenna a ridursi, nonostante bambine e ragazze abbiano un ottimo rendimento scolastico.
Occorre, dunque, invertire la rotta, per non doverci svegliare dalla pandemia in un mondo del lavoro tutto al maschile, con l’effetto di scoraggiare le ragazze che sono oggi impegnate in un percorso educativo già ricco di ostacoli. È necessario, perciò, ripartire dalle donne, con investimenti e obiettivi precisi che riguardino il mondo del lavoro così come i servizi per la prima infanzia, i percorsi educativi all’interno delle scuole così come il contrasto ad ogni forma di violenza di genere e il sostegno al protagonismo delle stesse ragazze.