“La lettura del QR Code non rivela l’evento sanitario che ha generato la Certificazione (tampone, vaccino o guarigione). Le uniche informazioni personali visualizzabili dal verificatore saranno quelle necessarie ad accertare la validità della certificazione. La verifica non prevede la memorizzazione di alcuna informazione riguardante il cittadino sul dispositivo del verificatore”.
Questo è quanto si legge nelle faq pubblicate sul portale dedicato al Green pass.
Ne consegue che al momento del controllo il Dirigente scolastico o un suo delegato dovrebbe conoscere la validità in quel momento della certificazione, senza la possibilità di capire se essa derivi da vaccino o tampone o guarigione.
C’è però una questione di cui forse non si è tenuto conto. Facciamo un esempio: il lunedì, al momento della verifica, su dieci dipendenti, solo uno risulta (in piattaforma) non avere il Green pass valido. Il dipendente viene invitato a mostrare il QR code e questo, al momento della verifica, risulta invece valido, perché non sempre l’attivazione del Green pass è immediata dopo un tampone o la vaccinazione.
Per il lunedì il verificatore potrebbe non capire il perché la Certificazione verde non sia risultata valida sulla piattaforma. Ma se ogni 48 ore si ripresenta lo stesso problema, con quel dipendente, è evidente che chi effettua i controlli capirà – anche se indirettamente - che il Green pass è stato generato da un tampone e che pertanto il lavoratore non è vaccinato.
Quindi, la tutela prevista nei confronti del lavoratore in questo caso viene meno, perché in qualche modo il Dirigente scolastico (o l’addetto verificatore) verrà a conoscenza dell’origine del suo Green pass. E questo, secondo quanto scritto nelle stesse faq governative, non dovrebbe avvenire.