L'anno scolastico è appena iniziato e l'Invalsi, puntualissimo, ha comunicato che sono disponibili per il Dirigente scolastico, il Referente per la valutazione, il Consiglio di Istituto e i Docenti i dati relativi alle prove Invalsi 2013 per le classi II e V primaria.
I dati restituiti riguardano, al momento le analisi numeriche, mentre i grafici saranno resi disponibili entro il 20 settembre prossimo. La restituzione dei dati delle classi I e III secondaria di primo grado avverrà invece entro il 16 settembre.
Le singole scuole, aiutate dalle misurazioni Invalsi, potranno così riflettere sulla propria programmazione didattica. Ottima cosa sicuramente, ma l'Invalsi riflette sul proprio operato?
Che valutazione si assegna, sapendo di predisporre maschere elettroniche che funzionano correttamente esclusivamente con software di tipo proprietario, costringendo le scuole, obbligate ad usarle, a procurarselo?
È vero che il comma 1 ter, art. 68 del CAD (Codice Amministrazione Digitale), consente l'acquisizione di software proprietari mediante ricorso a licenze d'uso "ove dalla valutazione comparativa di tipo tecnico ed economico, secondo i criteri di cui al comma 1-bis, risulti motivatamente l'impossibilità di accedere a soluzioni già disponibili all'interno della pubblica amministrazione, o a software liberi o a codici sorgente aperto, adeguati alle esigenze da soddisfare", ma ciò è bastevole per far raggiungere all'Invalsi una valutazione più che sufficiente?
No, proprio no. Le maschere elettroniche dovrebbero essere utilizzabili con i software open source, e non con software a pagamento e chi ha potere decisionale dovrebbe controllare in tal senso.
Ci aspettiamo decisamente di più da chi ha il compito di valutare a livello nazionale il sistema educativo di istruzione e di formazione.