Il Consiglio dei Ministri di ieri ha deciso sul dibattuto problema della proroga del blocco contrattuale per i pubblici dipendenti anche per il 2014.
Ebbene, il Governo, ormai al capolinea, si è determinato nel non pronunciarsi a proposito dell’annunciata proroga e, con una nota pubblicata ieri sul sito web istituzionale ha chiarito che:
"Il Consiglio, su iniziativa del Ministro dell’economia, di concerto con il Ministro della Pubblica amministrazione e semplificazione, ha proposto di avviare l’iter concernente il regolamento di contenimento delle spese del pubblico impiego. Questo consentirà al prossimo governo di scegliere tra la proroga del blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali portando a termine la procedura del regolamento, come previsto dal decreto legge 98 del 2011; oppure di trovare una diversa copertura e così evitare per il 2014 il blocco delle progressioni e degli automatismi retributivi nel pubblico impiego".
Si annuncia quindi il regolamento sul pubblico impiego che dovrebbe decidere sulla proroga, come previsto dall’art. 16 del decreto legge 98/2011.
Insieme, si annuncia una decisione molto difficile per il Governo che si dovrebbe, tra mille difficoltà, comporre in queste ore: invertire la rotta sulle politiche di contenimento della spesa pubblica incentrate sul blocco delle retribuzioni, oppure provvedere diversamente a coprire la spesa conseguente agli attesi rinnovi contrattuali, auspicando una correlata ripresa dei consumi ed economica a livello generale.
Uno dei primi banchi di prova del nuovo Governo, se riuscirà a costituirsi, per cui ogni previsione a riguardo è ignota; del resto, la generalità dei programmi elettorali delle singole forze poltiche ha espresso una palese indifferenza sulla riorganizzazione della pubblica amministrazione e del pubblico impiego, figurarsi sul tema del perdurante blocco contrattuale.
Una mancanza che costituisce, lo diciamo con amara ironia, uno dei pochi elementi condivisi delle forze che oggi compongono il Parlamento.