Febbraio è il mese del Programma annuale. Certo che per chi, come me, è da tanti anni nella scuola a fare il mestiere del “segretario”, un programma così striminzito non si era mai visto. Via i fondi del F.I.S. e, ora, quelli delle supplenze, ridotto il funzionamento, assenti gli Enti locali, quello che rimane è un deserto desolato che immalinconisce.
Però la situazione contingente potrebbe essere vista anche come una sfida. Come si può, in periodi di crisi, far funzionare bene una struttura pubblica? Quali strumenti e quali risorse possono essere utilizzate per rendere apprezzabile il livello di funzionamento della struttura? Cosa possono fare il Dirigente scolastico e il Direttore amministrativo? Cosa si può dire /chiedere al personale?
Ecco che in sede di programmazione annuale, quando le risorse finanziarie sono ridotte al lumicino, si possono tirare fuori altre idee, pensare a strategie, parlarne. Diventare, cioè, comunità che ce la mette tutta per sopperire ai bisogni e a mantenere un contatto con il territorio di riferimento dove si condividono i problemi e si discutono le soluzioni.