Riportiamo articolo pubblicato sul portale INDIRE.
Test finale
Le modalità del test finale che il D.M. 226/2022 all’art.13 comma 3) così definisce: “Il Comitato procede, contestualmente al colloquio, all’accertamento di cui all’articolo 4, comma 2, verificando in maniera specifica la traduzione in competenze didattiche pratiche delle conoscenze teoriche disciplinari e metodologiche del docente, negli ambiti individuati nel medesimo comma, attraverso un test finale sottoposto al docente, e consistente nella discussione e valutazione delle risultanze della documentazione contenuta nell’istruttoria formulata dal tutor accogliente e nella relazione del dirigente scolastico, con espresso riferimento all’acquisizione delle relative competenze, a seguito di osservazione effettuata durante il percorso di formazione e periodo annuale di prova”.
É stato chiarito che il “test finale” non è da intendersi come una prova ulteriore da somministrare al docente neoassunto in un momento dedicato, ma si tratta piuttosto della risultanza della documentazione dell’istruttoria, ovvero della documentazione che viene presentata in sede di Comitato di valutazione almeno 5 giorni prima della discussione. Tale documentazione consiste nella relazione del tutor a esito delle osservazioni condotte nel corso dell’accompagnamento del percorso di prova del neoassunto e dalla relazione del dirigente scolastico. Il test finale consiste dunque nella documentazione che è finalizzata a dimostrare l’effettivo raggiungimento di quegli obiettivi e di quelle competenze individuate all’inizio del percorso tramite la messa a punto del Bilancio iniziale. Se il test è costituito dalla documentazione, il colloquio, invece, rappresenta il cuore della prova di valutazione e riguarda la verifica dell’acquisizione delle competenze. Il colloquio prende avvio dalla presentazione delle attività di insegnamento e dalla relativa documentazione contenuta nel portfolio professionale e, in questa sede, è fondamentale mettere in luce l’apporto soggettivo del docente, infatti non si tratta solo del superamento di un esame, ma di un percorso effettivo di crescita professionale che rappresenta l’ingresso in una comunità e che costituisce l’inizio della carriera del docente le cui esperienze soggettive sono diverse e importanti da valorizzare.
L’ Allegato A al DM226/2022
Un altro aspetto importante della novità del presente anno scolastico è rappresentato dall’Allegato A, che costituisce una guida della risultanza che si vuole ottenere alla fine del percorso di prova. Anche in questo caso è stato precisato che tale modello deve essere seguito dal tutor nelle osservazioni dirette e seguito dal dirigente scolastico poiché consente di mettere in luce in modo organizzato tutti gli aspetti che devono essere osservati, tuttavia può essere anche utilizzato da chiunque in qualsiasi momento del percorso. Si tratta infatti di un percorso di guida che evidenzia tutte le dimensioni che non dovrebbero essere lasciate escluse dall’osservazione e dall’istruttoria. Tuttavia, è stato precisato anche che, pur trattandosi di un documento fortemente consigliato, non è vincolante, e sia gli Uffici scolastici regionali che gli stessi Dirigenti scolastici possono fornire indicazioni operative specifiche che potrebbero anche variare alcune parti del modello se ritenute funzionali all’osservazione, avendo cura che le varie dimensioni risultino equilibrate. Si tratta infatti di una riflessione guidata sul percorso finale da raggiungere che mira a rappresentare in modo chiaro la crescita professionale del docente.
Crescita del docente in anno di prova
E proprio la crescita personale del singolo docente è stata ribadita più volte quale obiettivo specifico di questa fase del percorso iniziale. Si tratta infatti di un momento della carriera del docente in cui la componente soggettiva è particolarmente rilevante, dato che un certo numero di insegnanti che entrano adesso in ruolo hanno alle spalle già un’esperienza più o meno lunga di insegnamento, anche in diversi gradi di scuola. Per questo, è particolarmente importante che il dirigente favorisca la realizzazione di un percorso quanto più flessibile e rispondente alle necessità del singolo. Sul piano operativo ciò si traduce, ad esempio, con un’attenzione specifica alla scelta dei temi dei laboratori, ovvero laddove non vi sia coincidenza tra l’offerta formativa proposta dalla scuola e le competenze che il singolo docente deve rafforzare in modo coerente con le priorità individuate nel “Bilancio iniziale”, il dirigente dovrebbe agevolare la frequentazione anche in una scuola vicina o in un ambito vicino di un laboratorio che vada a implementare quelle competenze. Di conseguenza anche il Bilancio delle competenze del docente in ingresso non deve coincidere necessariamente con le priorità formative che la scuola ha scelto di offrire all’interno del suo percorso perché non sempre avviene questa coincidenza e, in questa fase della formazione, è prioritario favorire particolarmente la crescita del docente anche attraverso un’efficace collaborazione tra le scuole polo della formazione.