Come già anticipato su queste pagine, nel corso del Consiglio dei Ministri tenuto a Palazzo Chigi il 4 settembre 2015 sono stati approvati, in via definitiva, quattro decreti attuativi del Jobs Act. Tra questi il decreto legislativo recante disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro.
Secondo le anticipazioni del Ministero del Lavoro, il decreto mette a regime e rende strutturali (cioè finanzia per sempre) altre importanti misure di politica sociale, come le misure di conciliazione dei tempi di cura, di vita e di lavoro (tra le quali l’estensione del congedo parentale).
Il Governo ha reso noto sul proprio sito il testo del decreto in questione, che all'art. 43, comma 2, così dispone:
"2. I benefici di cui agli articoli da 2 a 24 del decreto legislativo 15 giugno 2015, n. 80, sono riconosciuti anche per gli anni successivi al 2015, in relazione ai quali continuano a trovare applicazione le disposizioni di cui all’articolo 27 del predetto decreto legislativo. All’onere derivante dal primo periodo del presente comma valutato in 123 milioni di euro per l’anno 2016, 125 milioni di euro per l’anno 2017, 128 milioni di euro per l’anno 2018, 130 milioni di euro per l’anno 2019, 133 milioni di euro per l’anno 2020, 136 milioni di euro per l’anno 2021, 138 milioni di euro per l’anno 2022, 141 milioni di euro per l’anno 2023, 144 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024 si provvede mediante corrispondente riduzione del fondo di cui all’articolo 1, comma 107, della legge n. 190 del 2014 come rifinanziato dal presente articolo".
Quindi, vengono confermate anche per gli anni successivi al 2015 tutte le nuove misure in materia di maternità e paternità, così come già illustrate sul sito e in rivista (si veda ad esempio Come cambiano (per il 2015) la maternità e la paternità e contenute anche nella monografia "Maternità e paternità a scuola".