Il 31 marzo è stato approvato il nuovo decreto-legge contenente “Misure urgenti per il contenimento dell’epidemia da Covid-19, in materia di vaccinazioni anti SARS-CoV-2, di giustizia e di concorsi pubblici”.
Per quanto riguarda la scuola, il provvedimento dispone che dal 7 al 30 aprile 2021 sia assicurato, sull’intero territorio nazionale, lo svolgimento in presenza dei servizi educativi per l’infanzia e della scuola dell’infanzia, nonché dell’attività didattica del primo ciclo di istruzione e del primo anno della scuola secondaria di primo grado. Per i successivi gradi di istruzione è confermato lo svolgimento delle attività in presenza dal 50% al 75% della popolazione studentesca in zona arancione mentre in zona rossa le relative attività si svolgono a distanza, garantendo comunque la possibilità di svolgere attività in presenza per gli alunni con disabilità e con bisogni educativi speciali.
La buona notizia è che, anche in zona rossa, come sotto il Governo Conte, torneranno in presenza, dopo le vacanze pasquali e almeno per il mese di aprile, le scuole dall’infanzia al primo anno delle medie. La cattiva notizia è che, ancora una volta, gli ultimi due anni delle secondarie di primo grado e tutte le scuole superiori resteranno in DAD, a meno che la regione non passi in arancione. E anche in questo caso, le secondarie di secondo grado tornerebbero in presenza solo con percentuali dal 50 al 75%.
C’è dunque il rischio concreto che per i ragazzi di queste classi le lezioni in classe, per tutto il mese di aprile, restino un miraggio.
E intanto la conclusione dell’anno scolastico è alle porte e soprattutto agli studenti delle classi terminali resterà ben poco tempo prima dell’esame.
Insomma, un altro anno perso, non in termini puramente didattici, ma di esperienze, di relazioni, di “scuola vera”.