L’emergenza coronavirus potrebbe portare, in alcune Regioni, al protrarsi della sospensione delle lezioni, con inevitabili riflessi negativi sul percorso di apprendimento degli alunni.
Per evitare tali conseguenze, la Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina ha indicato una possibile soluzione: la didattica a distanza, nell’ambito della quale l’azione dell’insegnamento/apprendimento, non prevedendo una compresenza tra i docenti e i discenti, può essere svolta anche da casa.
Per attuare tale procedura il Ministero sta predisponendo una serie di azioni finalizzate a favorirne l’attuazione: l’offerta, su richiesta delle Istituzioni scolastiche, di strumenti e mezzi, e la creazione di una piattaforma interamente dedicata.
Non è, tuttavia, così semplice instaurare tale processo caratterizzato dalla flessibilità in termini di spazio e tempo, prova ne sia che tale “sistema” fu inizialmente pensato per gli studi universitari (vedi Decreto Ministeriale 17 aprile 2003 titolato “Criteri e procedure di accreditamento dei corsi di studio a distanza delle università statali e non statali e delle istituzioni universitarie abilitate a rilasciare titoli accademici di cui all'art. 3 del decreto 3 novembre 1999, n. 509").
Oltre ad essere in possesso di adeguate strumentazioni, è infatti indispensabile saper gestire in modo interattivo contenuti didattici predisposti per moduli, anche operando opportune personalizzazioni.
Deve essere inoltre assicurato il monitoraggio in itinere dei livelli di apprendimento, che prevede (come afferma la norma suesposta) anche momenti di valutazione e autovalutazione.
In questi giorni sono ancora relativamente poche le sperimentazioni avviate negli Istituti Scolastici interessati alle misure urgenti adottate dal Governo in materia di contenimento e gestione dell'emergenza epidemiologica da Covid-19.
Ciò dipende dal fatto che non sono molte le Istituzioni scolastiche realmente attrezzate, sia in termini di strumentazioni che di competenze da parte dei docenti, che pure stanno intraprendendo percorsi di formazione relativi all’uso delle tecnologie.
Basti pensare che, mentre in Cina esperienze di “lezioni a distanza” (addirittura di educazione fisica) sono largamente diffuse, le cosiddette “scuole innovative” a livello mondiale o “Apple Distingued School” raggiungono, in Europa, il modesto numero di 20.
In Italia, esiste un unico Istituto Comprensivo alle porte di Milano che rientra tra le suddette scuole: in questa realtà si opera da tempo attraverso la “flipped classroom”, un’organizzazione didattica supportata da contenuti digitali nella quale vengono invertite le scansioni tradizionali di insegnamento/apprendimento.
Le aule sono strutturate ad “isole” e sono dotate di strumentazioni innovative. A scuola gli studenti effettuano sperimentazioni e svolgono attività laboratoriali, mentre lo studio a casa si svolge utilizzando video ed altre risorse, come s’è detto, digitali.
Si tratta di una situazione completamente diversa da quella che sta maturando in questo complicato periodo in cui le scuole cercano semplicemente una soluzione per affrontare l’emergenza.