Venerdì 27 settembre i Direttori dei servizi generali e amministrativi si sono riuniti davanti alla sede del MIM per una manifestazione nazionale di protesta contro il trattamento giuridico ed economico a loro riservato e culminato nel CCNL del 18/01/2024.
In effetti la Scuola ha problemi ben più gravi e urgenti, dato che non passa quasi giorno che non crolli un soffitto (69 i crolli che hanno interessato gli edifici scolastici da un anno a questa parte, secondo il XXII rapporto Sicurezza Scuole), non ci si prenda a botte tra studenti (ma abbiamo già il 5 in condotta, raro esempio di celerità normativa che si presume risolva i problemi conseguenti alla frantumazione del patto educativo scuola-famiglie) o non venga aggredito il personale docente e/o ATA (e qui è previsto il carcere, per cui non andiamo oltre).
Se tuttavia i fatti che avvengono sono il risultato di decenni di incuria e richiedono anni di attenzione, programmazione e soprattutto volontà politica di prendersene cura, non per questo è giustificata la prolungata, ininterrotta e progressiva attività di de-qualificazione dei Direttori SGA, piccolo ma strategico tassello senza il quale il complesso mosaico di un Istituto scolastico non è completo.
La storia incomincia nel 2000, con l’attribuzione dell’autonomia e personalità giuridica alle scuole e della dirigenza scolastica ai Capi di Istituto. Gli allora Responsabili Amministrativi diventano Direttori dei Servizi Generali e Amministrativi a seguito di un apposito corso di formazione con valutazione finale, assumendo una posizione direttiva di figura apicale che svolge «attività lavorativa di notevole complessità e dotata di rilevanza esterna» (art. 51, comma 2 – I/1 del CCNL 4/08/1995).
Qui si registra il primo crudo impatto con la realtà e le più rosee aspettative di sviluppo, dato che l’inquadramento economico avviene con la “temporizzazione” anziché con la “ricostruzione di carriera”, in barba al riconoscimento di tutti i servizi pre-ruolo comprensivi del ruolo precedente: per fare un esempio pratico, un DSGA temporizzato con 20 anni di servizio, tutti da Coordinatore Amministrativo e poi Responsabile amministrativo, al 1° gennaio 2000 si ritrova retrocesso all’anzianità di 15 anni, con una penalizzazione che si ripercuoterà su tutto il resto della carriera, fino alla pensione e sul trattamento pensionistico. Alla Juventus sono stati tolti 10 punti nella classifica di una sola stagione sportiva come sanzione per un triennio di plusvalenze fittizie e slealtà sportiva. Volendo fare un paragone impertinente, ci si potrebbe chiedere quale slealtà avessero dimostrato i Direttori fin dalla loro nascita o di quale peccato originale si fossero macchiati all’alba dell’ultimo anno del XX secolo.
Un quarto di secolo dopo, persi per strada la “rilevanza esterna” della funzione, la «firma di tutti gli atti di competenza, l’attività di studio e gli incarichi per svolgere attività tutoriale, di aggiornamento e formazione nei confronti del personale» (CCNL 4/08/1995), «gli incarichi ispettivi nell’ambito delle Istituzioni scolastiche» (CCNL 24/07/2003), il fondo di istituto e il lavoro straordinario retribuito, ma acquisito il ruolo di “consegnatario dei beni” dell’Istituzione scolastica (beni mobili nel CCNL 2003, semplicemente beni, quindi mobili e immobili con l’art. 30, comma 1 del D.I. 129/2018), il CCNL 18/01/2024 mette una pietra sepolcrale sulle aspettative di riconoscimento giuridico ed economico della categoria, una categoria talmente disomogenea che vale la pena inquadrare brevemente: allo stato attuale dell’arte, ci sono i Direttori vincitori del concorso bandito nel 2018, gli Assistenti Amministrativi testé transitati nell’Area dei Funzionari di Elevata Qualificazione e individuati con procedura valutativa (di soli titoli e servizi), gli Assistenti Amministrativi collocati nella graduatoria di merito della procedura stessa ma non risultati vincitori in quanto collocati in una posizione inferiore a quella corrispondente al numero dei posti destinati alla procedura valutativa e infine gli interpellati non Elevati.
Se ci fossero ancora posti vacanti e disponibili per l’intero anno scolastico, ecco chi altri può rispondere agli interpelli degli USR:
- assistenti amministrativi di ruolo con laurea magistrale e almeno 5 anni di esperienza maturata nell’Area degli Assistenti e/o nell’equivalente area del precedente sistema di classificazione oppure con diploma di scuola secondaria di secondo grado e almeno 10 anni di esperienza maturata nell’Area degli Assistenti e/o nell’equivalente area del precedente sistema di classificazione;
- altro personale di ruolo inquadrato nell’area degli assistenti amministrativi con priorità per il personale in possesso della II posizione economica e in subordine della I posizione economica;
- personale risultato idoneo nella procedura valutativa di progressione all’area dei funzionari e dell’elevata qualificazione di regioni diverse dall’interpellante, graduato secondo il punteggio della propria graduatoria di merito.
E ancora: funzionari EQ ad interim, direttori reggenti e assistenti amministrativi con incarico su mansioni superiori.
Una tale diversità affastellata di figure professionali chiamate a svolgere il medesimo incarico testimonia che per fare il DSGA non è indispensabile essere laureati (del resto, neppure lo è per fare il Ministro della Cultura) e che in ogni caso tutte le lauree sono parimenti gradite (magistrale, triennale, specialistica...); di conseguenza, se oscilla o viene a mancare una linea univoca e non elastica dei requisiti specifici legati al titolo di studio per l’accesso al ruolo, e se le procedure di individuazione dei direttori sono varie e variegate, per cui il requisito minimo richiesto al DSGA è che abbia lavorato in Segreteria, come si può pensare che a questo professionista della scuola sia attribuito il riconoscimento – sotto il profilo giuridico ed economico – dell’istruzione superiore e del titolo acquisito, oltre alle competenze sviluppate sul campo?
Per amore di verità occorre però aggiungere che, in base al CCNL 18/01/2024 i nuovi funzionari EQ hanno un incarico a termine, triennale... che sia una forma di equiparazione con i Dirigenti scolastici, già destinatari di incarichi triennali, in modo che qualcuno possa sostenere che c’è nell’aria la nascita di una dirigenza amministrativa, affascinante e irreale come un miraggio nel deserto?
A fondare l’ipotesi, l’oggettiva constatazione che il DSGA nasce imparato: infatti, a differenza dei docenti, che sono accompagnati nell’anno di prova da «un/una tutor con il compito di accoglierlo/a nella comunità professionale», e dei Dirigenti neoassunti che, come prevede il CCNL 7/08/2024, fino alla maturazione di due anni di servizio saranno affiancati da un mentore con il ruolo di «fornire supporto, informazioni, incoraggiamento e consiglio al dirigente neoassunto sulla vita e l’esperienza lavorativa [...] contribuendo anche a trasferire al neoassunto la cultura e la missione dell’amministrazione», i DSGA no, loro non hanno bisogno di tutoring, mentoring, osservazione peer to peer e altri percorsi di formazione iniziale, siano pure senza oneri per l’amministrazione: per loro, nella notte tra il 31 agosto e il 1° settembre dell’anno in cui vengono assunti, scendono dal cielo lingue di fuoco che infondono automaticamente sapienza e intelletto. Manca solo che incomincino a parlare tutte le lingue del mondo, ma il 27 settembre, in viale Trastevere, qualcosa del genere si sarà probabilmente sentito.