Pochi giorni fa il Dipartimento della Funzione Pubblica ha risposto all'ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) sulla questione dell'applicabilità delle disposizioni della legge di stabilità (la n. 228 del dicembre 2012) e delle norme prescritte per la fruizione delle ferie del personale precario anche al personale scolastico alle dipendenze degli enti locali.
Le disposizioni, lo ricordiamo, prevedono:
- che il personale docente fruisce delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni;
- che il personale scolastico a tempo determinato non soffre del divieto generalizzato della monetizzazione dele ferie disposto per gli altri pubblici dipendenti, ma ciò solo se residuino giorni di ferie tra quelli maturati e quelli in cui era concentito fruirne;
- che le clausole contrattuali in contrasto sono disapplicate dal 1 settembre 2013.
La risposta non poteva che essere positiva: ovviamente, le disposizioni in questione si applicano anche al personale assunto dagli enti locali, ovvero insegnanti di scuola materna ed educatori di asili nido; la norma infatti fa riferimento alla funzione, non al contratto applicabile nè al datore di lavoro (Stato o Ente locale).
Nonostante l'evidenza, tuttavia, il parere, come spesso avviene, viene reso in termini che lasciano margini di incertezza: l'uso del termine "pare", del tempo condizionale ("parrebbe"), l'esigenza di dover acquisire sul punto il parere sia del MEF che del MIUR fanno intendere proprio quella che è la reale portata di questo come di altri pareri: un'interpretazione della legge resa da un alto funzionario ministeriale.
Nel contempo, a proposito dell'annoso problema del divieto di monetizzazione delle ferie, soprattutto per il personale precario, le scuole e le amministrazioni pubbliche continuano a dibattersi negli ormai noti e mai risolti problemi.
Il personale a tempo determinato può essere obbligato con provvedimento del dirigente ad andare in ferie nei giorni di sospensione delle lezioni?
Cosa rischia se non ottempera a queste disposzioni di servizio?
E cosa rischiano i Dirigenti scolastici che in gran numero, in quest'anno scolastico, sono ricorsi a tali misure?
Dopo i tanti appelli delle istituzioni scolastiche e delle rappresentanze sindacali lanciati e caduti nel vuoto, e registrato il clima teso in moltissime scuole, con i dirigenti che assumono provvedimenti imperativi e il personale precario che annuncia contenziosi e presenta diffide, è notizia recentissima (ma è solo l'ultima in ordine di tempo) quella dell'allarme inoltrato al Ministero dell'Istruzione da parte della Federazione della Conoscenza della CGIL, che lamenta la disapplicazione delle clausole contrattuali già dall'anno in corso e non da settembre 2013, ricorda le diffide presentate e prefigura scenari di certi contenziosi e possibili danni erariali.
Un caso emblematico di come la politica, le misure del Governo e del Legislatore siano lontane dalle realtà lavorative del Paese, che si dibattono in difficoltà operative faticose, dispendiose, pericolose, superficialmente ascritte alla "cattiva burocrazia", in realtà frutto di leggi di ardua applicazione.