Lo stipendio del personale della scuola è composto da una parte fissa e da una variabile.
Le indennità accessorie rappresentano quella parte variabile della retribuzione, utile sicuramente a movimentare il netto così come previsto dagli istituti contrattuali fissi e continuativi. Non hanno tuttavia grande e significativa valenza su quello che sarà il futuro trattamento di quiescenza e la liquidazione del trattamento di fine servizio.
Esse incidono mediamente soltanto nella misura del 10% e sono rappresentate da:
- Compenso per le funzioni strumentali del personale docente
- Compenso per le ore eccedenti e le attività aggiuntive
- Indennità di direzione dei DSGA
- Compenso individuale accessorio per il personale ATA
- Compeno per incarichi e attività al personale ATA
- Indennità e compensi retribuiti con il fondo d’istituto
- Assegno per il nucleo familiare
Il relazione alle voci di cui sopra è da considerare che annualmente, a seguito di contrattazione tra il MIUR e la parte sindacale, si sottoscrive un contratto in cui vengono definiti tutti i paramentri relativi alle indennità accessorie a cui le istituzioni scolastiche devono poi attenersi e che, se da un lato rispettano appieno i dettami contrattuali, dall’altro possono modificarsi dal punto di vista contabile, anche se dobbiamo dire con diversificazioni normlmente contenute.
Con il fondo d’istituto, che deve tenere conto della consistenza organica, in genere si retribuiscono le diverse esigenze didattiche, organizzative, di ricerca e di valutazione, prevedendo compensi anche forfettari. Per i docenti la retribuzione va prioritariamente orientata agli impegni didattici in termini di flessibilità, ore aggiuntive d’insegnamento di recupero e potenziamento.
Per approfondimenti sull'argomento, si rimanda alla lettura dell'articolo di Giancarlo Ranalli "La retribuzione del personale della scuola" in Sinergie di Scuola n. 43 - Novembre 2014.
Vai alle informazioni sull'abbonamento.